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Totò a Cipro, i mufloni a Bruxelles

A Cipro in queste ore si sta consumando lo sketch di Totò, Peppino e la Malafemmina. I Ciprioti sono come tanti Peppino con il fascio di banconote e il portamonete con i cent in mano davanti agli sportelli delle banche. Vorrebbero mettere i loro averi, in carta moneta, al sicuro. Ma, dall’altra parte, ci sono le banche che, come Totò, dopo che i ciprioti con il fascio di banconote e il portamonete in mano hanno depositato i loro risparmi, prendono e allungano le mani sui conti correnti dove quei risparmi ed averi sono stati depositati.
E’ proprio così, la persona comune rispetto alle decisioni che vengono dall’Europa, dai tecnocrati, si sente ingenua, indifesa, inadeguata. Si sente addosso la maschera comico grottesca di Peppino. Vede sgretolarsi la sua sicurezza nel futuro che aveva costruito applicando una morale, l’etica del lavoro e del risparmio. E quel che è peggio è che non c’è un fratello birichino e scialacquatore contro cui scagliarsi. Non c’è un Totò. Il quale peraltro accusa Peppino di essere un taccagno bifolco. Lo invita a regalare i soldi al nipote che studia a Napoli perché possa concedersi qualche sfizio, possa fare il galante con le ragazze. Un Totò, che in fin dei conti, se la gode di più del fratello e pensa alle nuove generazioni verso le quali deve andare il risparmio delle generazioni che l’hanno precedute.
Oggi è tutto saltato. Alle nuove generazioni non rimane neanche la caciotta che Peppino ha preparato per il nipote, in ossequio alla sua mentalità contadina più di sostanza che di forma.
La sfiducia nelle banche era già stata affossata da numerosi casi negativi della loro impresentabile professionalità nel consigliare panieri finanziari che non solo non lievitavano, ma manco le briciole lasciavano nelle mani di chi dopo un certo tempo andava a verificare l’impasto.
Oggi, l’esperienza cipriota ci dice che le banche non sono più un posto sicuro dove mettere il denaro. Perché esiste un entità, ignota ai più, che si sta auto legittimando nel poter prendere, alzare il mattone, e prelevare i nostri risparmi. Si stanno verificando, nello stesso tempo, tre fenomeni pericolosissimi. Il crollo del commercio sotto gli occhi di tutti con la chiusura delle  saracinesche di tanti negozi, la chiusura dei conti correnti delle aziende dovuta alla mancanza di liquidità e di commesse, e la chiusura dei conti dei privati con la fuga dei risparmi sotto qualche altro mattone. Questi tre fenomeni combinati assieme significano il crollo dell’economia e l’insorgere di fenomeni sociali molto, molto pericolosi. A partire proprio dai ciprioti che non a caso sulle monete da pochi cent hanno il muflone disegnato. Ecco. Saranno i primi a incornare i professori di Bruxelles. Ho detto tutto.

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