Una partita infinita. E’ quella che sta andando in onda tra i giornalisti di La7, Marco Travaglio e Corrado Formigli, dopo che il vice direttore del Fatto Quotidiano ha rifiutato di partecipare alla trasmissione condotta da Formigli, Piazza Pulita, dove si sarebbe dovuto tenere il confronto televisivo con il presidente del Senato, Pietro Grasso.
La vicenda
Durante la puntata di Servizio Pubblico di giovedì 22 marzo, l’ex Procuratore Nazionale Antimafia era intervenuto telefonicamente per invitare Marco Travaglio ad un confronto televisivo, dopo le “accuse infamanti” che lo stesso aveva rivolto al neo presidente del Senato. Questo confronto doveva tenersi – questa era la richiesta di Grasso – prima possibile, senza aspettare la puntata successiva di Servizio Pubblico.
Il confronto a Piazzapulita
Alla luce delle richieste di Pietro Grasso, il confronto doveva tenersi in uno degli altri talk show televisivi di La7. Nella vicenda si inserisce il conduttore televisivo di Piazzapulita, Corrado Formigli, che decide di ospitare nella puntata di lunedì 25 marzo l’atteso confronto “carte alla mano” tra Grasso e Travaglio. Il primo accetta l’invito, il secondo invece fa sapere di rinunciare per una serie di scorrettezze commesse dallo stesso Formigli.
La rinuncia di Travaglio
In un editoriale sul Fatto Quotidiano, Travaglio motiva il suo rifiuto, sperando che “il confronto con Grasso si faccia in un luogo concordato da entrambi”. Secondo il giornalista, il direttore di La7, Paolo Ruffini, “si è accordato alle mie spalle con Formigli e con Grasso per bypassare Servizio pubblico”. Nella vicenda, prosegue Travaglio, “Formigli si è intromesso eccome, e molto scorrettamente, fra Servizio Pubblico e La7, il cui direttore Paolo Ruffini, chiamato da Santoro e dal suo staff intorno a mezzanotte di giovedì sera, aveva dato ampia disponibilità a modificare i palinsesti per consentire a Grasso di ottenere il faccia a faccia con me prima di giovedì prossimo. A questi accordi ero rimasto, illudendomi che Ruffini avesse una parola sola”.
La replica di Formigli
Non si fa attendere la risposta del conduttore di Piazzapulita. “La ricostruzione di Travaglio sul confronto con Piero Grasso a Piazza Pulita è falsa. È vero che ho inviato a Travaglio un sms per invitarlo a Piazzapulita. L’ho fatto dopo averlo chiamato al cellulare inutilmente per due volte, e per due volte lui ha chiuso la comunicazione. E dopo che lui stesso mi ha chiesto, con un messaggino, di comunicare per sms”. Per quanto riguarda le accuse a Ruffini, Formigli dice: “L’idea che il direttore di La7 Paolo Ruffini si sia accordato “alle sue spalle” con me e Grasso è semplicemente ridicola”.
Ma non è finita. “Caro Marco, da un po’ di tempo le tue ricostruzioni fanno acqua da tutte le parti. Sui giudizi non metto bocca, ma allo stravolgimento completo dei fatti e alle accuse mosse a vanvera non si può non rispondere. Soprattutto quando chi scrive bugie si atteggia da anni a giudice delle falsità altrui”. Nonostante ciò, conclude Formigli, “le porte dello studio rimarranno aperte per te fino all’ultimo momento utile, e se vuoi anche al telefono”.
La controreplica di Travaglio
Il giornalista del Fatto, in una controreplica a Formigli, fornisce nuove spiegazioni del suo rifiuto a partecipare alla trasmissione di Formigli. “A Piazzapulita non metterei piede neppure se fossi libero da vincoli”. Il vero motivo risale a qualche anno fa. “Quando due anni fa Santoro ebbe una proposta indecente di contratto da La7, lui si proponeva per condurre un talk show il giovedì sera al posto nostro”. Per questo motivo, Travaglio si dice disponibile a incontrare Grasso in altre trasmissioni di La7 da lui proposte (da Lilli Gruber, da Mentana, da Lerner), purché siano garantiti un minimo di agibilità, di equilibrio e di decenza. Possibilmente senza che il conduttore si accordi con Grasso alle mie spalle e poi mi chiami a cose fatte”.
Davanti al Giurì?
“Travaglio su questa vicenda fa disinformazione pura – scrive Formigli su Facebook -. Se applica a tutti i suoi articoli questa precisione, stiamo freschi. Per inciso, sono pronto a sfidarlo su questo punto davanti a un Giurì d’onore, oppure in tribunale. Mi faccia sapere, io sono qui”.
La ricostruzione del vice direttore del Fatto è così contestata. “Falso. Completamente falso, da cima a fondo. Non vi fu mai alcun contatto fra me e La7 mentre Santoro conduceva la sua trattativa con la rete di Telecom. I miei primi contatti con La7 risalgono all’estate inoltrata del 2011, non solo quando fra Santoro e La7 si era consumata la rottura definitiva della trattativa. Ma anche dopo che il cda Rai aveva votato – era il 7 luglio 2011 – contro la possibilità di rientro di Santoro nella tv pubblica al prezzo simbolico di un euro, come proposto da Michele. Solo dopo allora iniziarono i miei contatti con La7”, conclude Formigli.