Il salvataggio di Cipro rischia di affondare l’isola, e l’intero continente. Bruxelles sembra infatti aver superato se stessa con la decisione del prelievo forzoso al 6,75% dai conti correnti ciprioti fino a 100mila euro. Dovrà forse ricredersi chi parlava di fine dell’austerità in Europa. L’allentamento sulla tempistica per il rientro dal deficit eccessivo per i Paesi europei che sforano e l’apertura allo sconto del rimborso alle pmi dei debiti della Pubblica Amministrazione per l’Italia sono segnali che servono a poco. La credibilità che richiede ai governi degli Stati membri, Bruxelles se l’è giocata sulla pelle dei piccoli risparmiatori dell’isola. E questo di segnale i mercati l’hanno ben capito.
La violazione della fiducia
In un editoriale, Bloomberg View critica ferocemente il tipo di salvataggio di Cipro deciso dall’Ue e la decisione di confiscare una parte dei risparmi sui conti correnti per fornire liquidità alle banche.
Di tutti i passi fatti dall’Ue per contenere la crisi dell’euro, la decisione di obbligare i piccoli risparmiatori di Cipro a contribuire al salvataggio dell’isola è di gran la peggiore. Il problema? La violazione della fiducia, specialmente perché l’intervento ricade sui correntisti assicurati con conti sotto i 100mila euro.
Il segnale pessimo ai mercati
Quello che è impossibile da capire è come i ministri delle Finanze possano permettere a Cipro di attaccare i correntisti assicurati, un azzardo che avrà sicuramente implicazioni sull’intera eurozona. Anche se, come sembra, l’accordo cipriota sarà modificato per redistribuire i danni dai piccoli ai grandi proprietari, i ministri delle finanze hanno mandato un segnale pessimo: la garanzia che i governi europei tutelano e proteggono i risparmiatori con conti correnti fino a 100mila euro non esiste più.
Come gestire la crisi cipriota
L’eurozona ha bisogno di riconoscere i suoi errori velocemente e controllarne i danni. Dovrebbe chiedere un aumento della tassazione cipriota solo sui correntisti i cui risparmi superano la soglia assicurata dei 100mila euro, imponendo perdite per i detentori di titoli bancari, anche se la cifra ottenuta fosse solo simbolica.
La fine dell’isola-paradiso
E se, così facendo, Cipro allontanasse gli investitori russi e stranieri, smettendo di essere un paradiso dell’offshore? Beh, commenta Bloomberg, tanto meglio.