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Un gesuita Papa ha il gesso in mano. E nessuna casacca

Un papa gesuita è una buona notizia. Ma non perché è Argentino o perché prende la metropolitana. Meno che mai perché, essendosi dato il nome di Francesco, da adito a questi o quelli di infilargli la giacchetta preferita. Ora quella del progressista, ora dello strenuo conservatore. Peggio ancora il k-way e le scarpe da trekking, da fissato ecologista, come ha fatto Luca Mercalli.
Eleggere papa un gesuita, indipendentemente dal nome che il successore di Pietro si è dato, ha il solo significato che è strettamente legato alla missione e alla storia dei gesuiti. Una storia di sapere e di trasferimento del sapere. Di organizzazione e amministrazione.
La Chiesa, per darsi una rotta tra le perigliose acque degli scandali, della corruzione, ha scelto tra le guide un esponente di quell’ordine che fu, nella storia, l’ordine dei precettori. Dei formatori. Di quei sacerdoti che avevano come missione quella di elevare il popolo, di allevare le classi dirigenti. I gesuiti amministravano con acutezza e professionalità i patrimoni di lasciti e donazioni. Sapevano di filosofia, di teologia ma anche di economia. Erano i funzionari guida della macchina della solidarietà della Chiesa. Il sapere e il saper fare.
Questo e nessun altro è il messaggio di questa elezione. Nessun particolare progressismo, nessun particolare pauperismo. Basta con l’intonare il Cantico delle Creature.
Quando Carlo di Borbone decise di cacciare i gesuiti dal Regno di Napoli per tramite del suo ministro Bernardo Tanucci dovette rendersi conto ben presto di aver commesso uno sbaglio. Oltre al fatto che l’opinione pubblica non si seppe spiegare i motivi della decisione del Re, l’organizzazione scolastica del Regno delle due Sicilie andò in crisi per mancanza di insegnanti. Ecco.
E se guardiamo al panorama delle classi dirigenti, anche al di qua del Tevere, pare che un poco di scuola “gesuita” non farebbe male a tanti. Anche perché, se è vero che c’è bisogno del sacro e del trascendente, è anche vero che non è possibile che siamo ridotti a chiedere aiuto allo Spirito Santo per avere un Governo.


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