Vi ricordate la generazione bloccata, in attesa, bambocciona, choosy, che né produce né si riproduce, resta a casa coi genitori, non fa figli anche per la crisi ma soprattutto perché esce tardi dalla trappola dello studio e non entra nel mondo del lavoro? …insomma se nascesse un bimbo, figlio di una giovane nata negli anni ottanta, e nascesse fra venti giorni, uno di quei bimbi che stando alla razionalità, al palcoscenico pubblico del nostro paese, che non riconosce il merito e schiva le idee nuove, certamente dovrebbe essere nell’elenco dei “bambini mai nati”… Dunque guardiamo il mondo da quella prospettiva, “è il futuro che scalcita”.
Letteralmente. Da una pancia 29enne, ma per una volta si tratterebbe di calci che emozionano. Dopo quelli brutti: di quanti passano per i calci delle raccomandazioni con cui al posto del curriculum contano le conoscenze. Ma non quelle sane coltivate con lo studio, l’impegno in prima persona. Le conoscenze di quanti hanno trovato posto in società così in università e altri contesti considerati luoghi di “caste”, e che oggi pretendono di far valere le stesse logiche anche per i figli. I quali invece hanno tanta voglia di far valere le loro forze, i loro saperi, i loro sforzi.
Ma un bimbo che per solo una ventina di giorni arriva in primavera, una strana primavera politica in Italia, con tanti pinocchio ma adesso anche tanti grilli parlanti, con tanti Geppetti per età anagrafica ma non per cuore. Mentre un Papa forse neanche troppo anziano lascia. E’ vivo eppure non c’è più.
Un Presidente della Repubblica dimezzato dal semestre bianco che non può sciogliere le camere ma nemmeno avere la certezza di due rami del parlamento in grado di eleggere un successore.
Un Presidente del Consiglio che ad oggi non c’è. Ad elezioni finite, e risulta ancora più difficile immaginare chi possa essere.
Dunque fra venti giorni, il 21 marzo ripensiamo ad oggi, e forse una nuova Repubblica, un nuovo Stato Vaticano, un nuovo futuro, a misura di bimbi. Lo ridico con le parole del papa della mia generazione:
“Nel nostro secolo un altro cimitero deve essere aggiunto alla lista della crudeltà umana: quello dei mai nati.” (Papa Giovanni Paolo II).
Riguardo la situazione di stallo dei giovani davanti ad affetti, lavoro, sogni, io dico ben venuto al mondo, nuovo bimbo, io la mia bimba la chiamerò Lisa.