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Xi in Tanzania. La Cina conferma l’Africa come sua “terra di conquista”

Anche la Cina di Xi Jinping vede nell’Africa la sua più promettente “terra di conquista” sia a livello politico che, soprattutto, a livello economico. E’ questo il senso della visita che sta attualmente portando il nuovo presidente della tigre asiatica nella parte meridionale dell’Africa. Prima Xi si è recato in Tanzania, poi ha raggiunto il Sudafrica dove si terrà il quinto vertice del cosiddetto gruppo dei Brics che raduna le cinque nazioni emergenti del panorama economico mondiale (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Successivamente andrà nella Repubblica Democratica del Congo.

In Tanzania, Xi si è mosso in piena continuità con quanto fatto dal predecessore Hu Jintao, il quale ogni anno si recava in Africa per visitare vari Paesi e stringere sempre di più i legami politici ed economici con il continente nero. Dove da ormai almeno un decennio la Cina si è di fatto installata grazie alla concessione di generose linee di credito a fondo quasi perduto e al sostegno politico anche ai più discussi regimi africani (compresi quelli di Omar el-Bashar nel Sudan e di Robert Mugabe nello Zimbabwe) nelle sedi internazionali sul tema delicato dei diritti umani.

In cambio Pechino ottiene ricche commesse per costruire strade, edifici, palazzi governativi e stadi (perfino in un Paese remoto e del tutto secondario come il Botswana ci sono operai e macchinari cinesi all’opera per la costruzione di nuove strade). Ma, soprattutto, riceve a basso costo forniture di petrolio e di altre risorse presenti in abbondanza in Africa che sono decisivi per sostenere il proprio impetuoso sviluppo industriale e tecnologico.

Esemplare quanto avvenuto in Tanzania durante la visita di Xi con la promessa di voler concedere una linea di credito di 20 miliardi di dollari alle nazioni africane nel corso dei prossimi due anni. Peraltro la Tanzania è storicamente uno dei Paesi africani con cui la Cina, a partire dagli anni Sessanta quando l’allora primo ministro Zhou Enlai puntò sul sostegno alle nazioni decolonizzate, ha avuto più rapporti. Oggi i maggiori partner africani della Cina sono l’Angola, il Sudan e il Sudafrica. I primi due (e soprattutto il Sudan con una quota del 25 per cento della propria produzione totale) sono i maggiori fornitori di petrolio della Cina, mentre il Sudafrica è una piazza finanziaria in straordinaria espansione dove i capitali cinesi trovano una giusta collocazione.

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