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Che cosa pensa la massoneria di Papa Francesco

Grazie all’autorizzazione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo l’articolo di Giorgio Ponziano apparso sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.

«I grillini? Senza dialogo e senza rispetto dell’altro non si va da nessuna parte. Molti giovani si sono lasciati attrarre ma sarebbe meglio venissero da noi, non a caso le nuove iscrizioni alle logge sono proprio di giovani a cui noi diamo una speranza nel futuro che purtroppo la società di oggi non riesce a dare».

Ci sono dei grillini massoni? «Certamente, la massoneria è trasversale a tutti gli schieramenti. Sono coloro che portano nel movimento di Grillo il seme del confronto, del rapporto con gli altri, della reciproca comprensione, che sono i princìpi massonici senza i quali non solo i grillini ma la politica non fa passi avanti».

Gustavo Raffi, avvocato ravennate, è il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, sta terminando il terzo mandato, il prossimo anno passerà il grembiulino al successore. Il merito che rivendica alla sua gestione è «avere aperto gli armadi, promosso la trasparenza». Dice: «Un conto è la riservatezza, che è comune a partiti e sindacati, se lei mi chiede l’elenco degli iscritti le dico che c’è la privacy come le direbbero il segretario del Pd, del Pdl o della Cgil. Un altro conto è la segretezza, che non c’è più, tutto avviene alla luce del sole, a questa Gran Loggia sono ammessi i giornalisti e le telecamere, siamo sul web dove ognuno può partecipare ai nostri dibattiti, organizziamo convegni pubblici».

Però sulla vicenda Montepaschi c’è chi ha intravisto anche grandi manovre massoniche: «Balle! Basta con i luoghi comuni e il tritacarne, con i sospetti e le allusioni gratuite e senza fondamento. Piena fiducia alla magistratura, gli ‘uomini in nero’ infiltrati negli affari non sono i massoni del Grande Oriente. Chi sostiene il contrario, porti le carte alla procura o stia zitto».

La Grande Loggia a cui si riferisce Raffi apre oggi i suoi lavori al Palacongressi di Rimini. Fino al 7 aprile tremila liberi muratori dibatteranno il tema «Responsabilità, partecipazione e rinnovamento», a riprova che il vento del cambiamento sta soffiando anche qui. Del resto chi l’avrebbe detto, qualche anno fa, che in un’assise massonica ci sarebbe stato posto per un concerto di Ornella Vanoni (sabato sera), per una cena sociale (venerdì sera) nella comunità di San Patrignano, per un talk show condotto da Alessandro Cecchi Paone (venerdì pomeriggio, con la partecipazione tra gli altri di Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale, e di Valerio Zanone, ex-segretario Pli), per i ringraziamenti del Fai (fondo dell’ambiente) che ha potuto inserire alcune logge tra i luoghi visitabili nella sua giornata a favore delle bellezze d’Italia?

I massoni cercano la verità ma a volte sbagliano, come nel giudizio positivo a suo tempo dato al governo Monti. «In Italia», dice Raffi, «bisogna rifondare la politica, che ora difende interessi particolari ed è lontana anni luce dai cittadini. L’arrivo di Mario Monti ci sembrò l’avvio di questo cambiamento necessario. Invece alla fine anche lui e il suo governo sono stati imbrigliati dai partiti e così tutto si è risolto con provvedimenti economici che sono poi risultati indigeribili perché non si può agire solo sull’economia senza rendersi conto che ciò che serve alla società è più complesso».

Bocciato Monti, ora cosa sostenete? «Non entriamo nel dibattito partitico. Ma da questa crisi non si uscirà finché chi dissente viene considerato un nemico, la politica dev’essere confronto non guerra. E bisogna fare presto perché il declino è incominciato e potrebbe diventare inarrestabile».

C’è chi, all’interno della massoneria, proprio perché condivide l’analisi sulla necessità che la politica volti pagina, avrebbe voluto maggiore rigore verso Silvio Berlusconi, aggiungendo che forse in tanta cautela ha contato la tessera P2.

«La P2 è stata un cancro della massoneria ed è stata estirpata, prima che dalla magistratura, dagli stessi massoni democratici, gli anticorpi hanno funzionato e noi li abbiamo ulteriormente rinvigoriti affinchè vicende simili non si ripetano. Quanto alle vicende di Berlusconi, i nostri comportamenti sono uguali per tutti. Noi rispettiamo la giustizia».

Raffi prosegue: «Ma non si deve rovesciare lo Stato di diritto». Prima di una sentenza che dimostri la colpevolezza di un cittadino c’è la presunzione di innocenza; da noi purtroppo, avviene il contrario: sei colpevole subito, salvo dimostrare che non è vero. Anche le intercettazioni parlano chiaro: un conto è intercettare a seguito di un reato, un conto è intercettare per trovare un reato e… poi le pubblicazioni sui giornali di questioni non attinenti ai processi, di colloqui intimi, di fatti privati, sono uno scandalo, inaccettabili per chi, come noi, fa del diritto dei singoli una bandiera».

Lei ha scritto a Papa Francesco: pontefice di dialogo lui, granmaestro di dialogo lei. Firmerete l’armistizio? «Una volta terminato il potere temporale della Chiesa, da parte nostra non ci sono più state barricate. Da parte loro invece questa nostra opposizione al potere temporale è stata motivo di ostracismo per tanto tempo. Il fatto che noi riteniamo che la laicità sia il modo per pensare avanti o che celebriamo Giordano Bruno perché ha portato la sua coerenza intellettuale al sacrificio estremo contro il dogma clericale che impone una verità per tutti, non ci pone contro la Chiesa e quando il nuovo Papa afferma che gli uomini di buona volontà possono incontrarsi, noi rispondiamo che siamo pronti. Il gesuita che è vicino agli ultimi della storia ha la grande occasione per mostrare al mondo il volto di una Chiesa che deve recuperare l’annuncio di una nuova umanità, non il peso di un’istituzione che si arrocca a difesa dei propri privilegi».

Però su talune questioni etiche le diversità sono evidenti. «Se non ci sono dogmi», conclude Raffi- si può discutere e rispettarsi. Per esempio ci ha fatto piacere che la Corte europea per i diritti dell’uomo abbia respinto il ricorso del governo italiano contro la decisione dei giudici comunitari che avevano definito discriminatorie le norme della legge 40 relative alla diagnosi di reimpianto dell’embrione. La legge 40 è da riscrivere: è una vittoria della libertà di ricerca e un’affermazione dei diritti di migliaia di coppie e persone che vogliono avere un figlio. Così come siamo favorevoli all’eutanasia e difendiamo tutto ciò che attiene al diritto del singolo di decidere sulla propria esistenza. Non ritengo che questo impedisca il dialogo».



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