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Avanti tutta con i sussidi di Stato per l’innovazione delle imprese

Cingolani

I turbo liberisti grideranno al solito socialista che invoca lo statalismo. E gli ultra progressisti applaudiranno il socialista che archivia i dogmi mercatisti. In verità la diatriba teorica distoglierà dalla novità che c’è ed è foriera di una svolta.

Ecco la notizia: Germania, Francia e Gran Bretagna hanno chiesto alla Commissione Europea di “liberalizzare” i sussidi di Stato investiti nell’innovazione delle imprese. E’ stato il ministro delle Attività Produttive francese, Arnaud Montebourg, ad annunciarlo.

“A parte la Silicon Valley e la California, nel mondo sono gli Stati a farsi carico dell’innovazione tecnologica, in Cina, in Corea del Sud, negli Stati Uniti: dobbiamo porci al loro livello, altrimenti saranno loro ad inventare le tecnologie del domani”, ha spiegato Montebourg in una conferenza tenuta a Parigi.

Il ministro francese ha chiesto inoltre al Commissario europeo per la Concorrenza, Joaquin Almunia, di “adottare delle misure protezionistiche contro la concorrenza sleale”, citando l’esempio del settore fotovoltaico, danneggiato dai bassi prezzi praticati dalle aziende cinesi.

Al di là della vertenza sul fotovoltaico le parole del ministro di Parigi devono indurre a un sano realismo a Bruxelles, dove spesso è imperato un dogmatismo liberistico che non fa i conti con le politiche di altri Continenti. Riflettiamo sulle parole di Montebourg: “Nel mondo sono gli Stati a farsi carico dell’innovazione tecnologica, in Cina, in Corea del Sud, negli Stati Uniti: dobbiamo porci al loro livello, altrimenti saranno loro ad inventare le tecnologie del domani”.

Meditate, cari commissari (e non solo commissari) di Bruxelles.

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