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Bersani accerchiato. L’intesa con il Pdl è sempre più vicina

Pier Luigi Bersani nella morsa. Nelle ultime ore infatti, all’interno del suo partito, sono sempre più frequenti gli appelli alla collaborazione con il Popolo della Libertà per la formazione di un nuovo Esecutivo. Dopo Dario Franceschini è la volta di Roberto Speranza e Nicola Latorre.

Speranza: “I voti del Pdl non sono di serie B”

Il capogruppo dei democratici alla Camera dei Deputati, in un’intervista al Corriere della Sera, ritiene giusto confrontarsi con il partito di Silvio Berlusconi e si dice d’accordo con Franceschini. “La legittimazione di Berlusconi arriva dai voti, i nostri non sono di serie A e i loro di serie B. Il tema del dialogo – prosegue Speranza – è fuori discussione, Bersani stesso si è detto disponibile a incontrare l’ex premier. Il punto è l’esito, la formula politica. Alla domanda di cambiamento emersa dal voto bisogna rispondere con una traiettoria adeguata, non con una formula sbagliata, di arroccamento contro le forze antisistema. Non dobbiamo avere paura di confrontarci con gli altri. Ma non significa fare un governo con ministri del Pd e del Pdl – sottolinea -, non è la scelta della direzione nazionale. La prospettiva non è una formula politicista come il governissimo, è quel governo di cambiamento di cui l’Italia ha bisogno”, piuttosto “un governo che conti in primis sulla forza parlamentare del centrosinistra e che sia capace di interpretare la domanda di cambiamento, anche oltre i confini del nostro schieramento. Quello che è chiaro è che l’alternativa non può essere o voto anticipato o alleanza stretta tra Pd e Pdl”.

Per Latorre Pd e Pdl sono obbligati a trovare un’intesa

In un’intervista al Mattino, anche Nicola Latorre, senatore del Pd, si spinge anche oltre le dichiarazioni di Speranza. “‘Poiché Grillo ha fatto la scelta di non utilizzare i suoi voti per costruire una proposta di governo, ne consegue che centrosinistra e centrodestra sono obbligati a trovare un’intesa”. Serve un’intesa che non vuol dire “inciucio, è senso di responsabilità. O ci confrontiamo con il dato oggettivo, oppure si va a nuove elezioni”, dice Latorre, secondo il quale l’intesa è necessaria almeno per non tornare alle urne con l’attuale legge elettorale.

”Sono convinto che questa non è una crisi politica ordinaria, ma di sistema. Sarà il nuovo presidente della Repubblica a dover compiere questo passaggio. Perciò è bene che sul nome ci sia la più larga convergenza, non solo nelle prime votazioni”, altrimenti, avverte, ”la scelta del Colle si trasformerà nel primo atto di una nuova guerra civile”. Il nuovo capo dello Stato ”dovrà verificare se esistono le condizioni per un governo che abbia le caratteristiche adeguate alla fase”, prosegue Latorre. L’esecutivo ”non potrà durare per l’intera legislatura” e alla sua guida ”deve esserci Bersani”. Renzi, invece, ”ha le carte in regola per partecipare alle primarie per stabilire il prossimo candidato del centrosinistra al governo e magari per vincerle”. Per il senatore del Pd ”al più presto andrà aperta la fase congressuale sulla futura leadership del partito”. Sul nome di Barca, conclude, ”chi vivrà vedrà”.

Bondi: “Unica strada è collaborazione Pd-Pdl”

Dal Popolo della Libertà continuano gli appelli ai democratici per costruire una collaborazione di governo ed evitare le urne. “L’Italia è in una situazione critica dal punto di vista economico e sociale, qualunque Governo sarà condannato al fallimento e l’unica via di uscita è la collaborazione tra Pd e Pdl”. Lo scrive l’ex ministro Sandro Bondi in una lettera aperta pubblicata su Libero. I due maggiori partiti devono “trovare un accordo limitato nel tempo e circoscritto ad alcuni punti essenziali per mettere in sicurezza l’Italia”. Bondi fa poi presente che “dopo il reiterato rifiuto di Grillo a trovare qualsiasi accordo con il Pd, il realismo impone di trovare una soluzione. Il Pdl è una realtà popolare e democratica al pari di quella rappresentata dal Pd. Silvio Berlusconi è un leader politico legittimato dal voto democratico e dal sostegno di milioni di elettori. Chissà che da una crisi che oggi appare senza via d’uscita – auspica Bondi – uno scatto non ci permetta di entrare in una fase nuova, finalmente di normalità, in cui la politica discuta finalmente di contenuti e di problemi piuttosto che alimentarsi di incomprensibili polemiche”.


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