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Bersani al capolinea: Marini è tatticismo o scelta disperata?

 

La scelta del Presidente della Repubblica si presenta come il più grande scoglio da superare per il PD di Bersani. Sulla scelta della più alta carica dello Stato si gioca la credibilità del Segretario del Partito Demoractico, in primis.

Abbiamo assististo a giochi di forza nel Movimento Cinque Stelle e nel PDL e abbiamo parlato di personalismo e verticismo in questi Partiti ed oggi il PD, Bersani (!), propone un nome che non è condiviso né dalla base né da una cospicua parte dei rappresentanti del Centro Sinistra in Parlamento. Infatti, 274 votanti su 496 si sono espressi contro la candidatura di Marini alla Presidenza della Repubblica.

La forza vincitrice, che dovrebbe presentare un nome condiviso, si è spaccata. Un passo che vorrei reputare, per essere gentili, suicida o incoerente, o da principiante della politica. Forse è un atto di arroganza il mio, dopotutto non sono dentro il sistema e forse non capisco bene le dinamiche e i tatticismi del politico di professione, ma da osservatore cosa posso dire di diverso?

Qualunque sie il gioco a cui il Segretario intende giocare, l’esisto è negativo: sicuramente non è lungimirante. Certo, potrebbe anche essere che il nome condiviso con il PDL e Scelta Civica sia solo un “nome civetta”.

Le prime votazioni in concordia con il Centro Destra, mentre parte del Centro Sinistra e il M5S non supporta la scelta. Alla quarta votazione il PD piazza il proprio candidato in pectore, forse Romano Prodi. Sarebbe un gioco tutto volto a dire: “noi ci abbiamo provato ad avere una larga maggioranza su un nome condiviso con il PDL, poi però le cose sono andate diversamente”. Potrebbe essere una tattica, una strategia da “volpe” della Politica, o semplicemente un atto di totale ingenuità? L’elettorato del Centro Sinistra comprenderebbe questo tatticismo vecchio stile? E che dire dell’uomo “Marini” usato dal suo stesso partito come “para-fulmine”?

Non mi sembra ammissibile un atteggiamento di questo tipo, una umiliazione totale di un candidato storico del Centro Sinistra, uno dei fondatori, usato come agnello sacrificale. Non c’è onore e rispetto in questa tattica, se così fosse. Ma questa è solo una mia elucubrazione. Non deve essere stato piacevole per Marini essere rifiutato da più della metà del proprio partito. E non sarà edificante vedersi rifiutare per tre votazioni consecutive e rimpiazzato poi da un altro nome, proprio alla quarta votazione (anche se lui spera che il PD lo sostenga, poco umile).

La strategia del Segretario PD può essere veramente questa? Bruciare Marini per tre votazioni e poi piazzare Romano Prodi alla quarta tornata, magari “rosicando” qualche voto da SEL e M5S, e forse anche da Scelta Civica? Si creerebbe un’atmosfera sicuramente poco distesa e le prospettive per un governo con il M5S, anche solo con appoggio esterno sarebbero bruciate, credo definitivamente. Rodotà, come ho già detto, è sicuramente un nome molto appetibile per il Centro Sinistra per la sua storia personale, politica e di lotta civica e sociale, e credo sarebbe condiviso anche nel Centro e forse da qualche esponente di Centro Destra. Sarebbe un atto di debolezza per il Segretario PD supportare un nome scelto da un altro partito e supportato da un voto online (di cui, è vero, non si conoscono le dinamiche)? Oppure sarebbe, come io credo, un gesto di umiltà politica e un atto positivo per il Paese?

Se la tattica delineata è solo una mia idea e Bersani in verità vuole davvero Marini alla Presidenza della Repubblica, allora si porrebbe un problema  della sua leadership (già compromessa) e un titolo di coda definitivo “the end Bersani!”.

Ritornerò su questo argomento in seguito, perché voglio dedicare uno spazio speciale al “nuovo segretario del PD” perché di questo dovremmo parlare a breve, e avanzo fin da subito una proposta in tal senso al Centro Sinistra. Un nome nuovo, una persona capace e preparata, e soprattutto progressista, con idee davvero innovative e con uno spirito di cooperazione nuovo. Il nome che mi sembra migliore, al momento, per un possibile cambio di rotta, è quello di Giuseppe (detto “Pippo”) Civati.

Su queste votazioni che iniziano oggi, alle ore 10, si gioca la credibilità dell’attuale segretario e del Centro Sinistra, soprattutto con i propri elettori.

Stiamo a vedere cosa succede.



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