Grazie all’autorizzazione dell’editore, pubblichiamo l’editoriale di Pierluigi Magnaschi comparso sul quotidiano Italia Oggi.
In politica, oltre che nella vita, per capire le situazione complicate e quindi per cercare di dirimere i conflitti, bisogna sempre mettersi nei panni degli altri, cercando di ipotizzare come ci comporteremmo noi a parti invertite. Così, ad esempio, i greci che protestano per l’inflessibilità rigorista dei tedeschi, che loro definiscono di stampo calvinista o luterano (per non trovare altri riferimenti più offensivi), dovrebbero pensare a come ragionerebbero loro se scoprissero che la Germania che chiede di essere finanziata dai greci manda in pensione i suoi cittadini a 52 anni mentre i greci li mandano in pensione a 65 anni e, fra poco, a 67. Anche i greci, senza essere luterani, prima di scucire un euro, chiederebbero subito che rientri almeno questa scandalosa disparità di trattamento.
Lo schema di gioco proposto da Bersani è questo. Nomina dei presidenti della Camera e del Senato, decise dal Pd. Risultato già incassato. Poi nomina di un governo a guida Pd. Quindi, dopo aver incassato i tre precedenti e rilevanti obiettivi, il Pd punta a ottenere anche un suo presidente della Repubblica. In ciò incurante, primo, del fatto che il Pd ha preso solo lo 0,37% dei voti in più del centro-destra (anche se poi è stato iper-premiato in termini di seggi, alla Camera, da un abnorme premio di maggioranza) e, secondo, che il centro-sinistra, pur essendo in minoranza nel Paese, si è assicurato in passato ben tre presidenze consecutive della Repubblica (Scalfaro, Ciampi e Napolitano).
In base ai disegni di Bersani, il Pdl, visto che l’M5S non assicura il sostegno al governo Bersani, dovrebbe sostenerlo gratuitamente, uscendo dall’aula al momento della fiducia.
Ipotizzare uno schema di gioco in cui alla controparte compete, oltre che l’impegno a favore di Bersani, anche la naturale e ovvia sicurezza di non ottenere alcuna compensazione, significa non mettersi nei panni dell’altro e quindi comportarsi come quei giocatori di dama che, ingolositi dalla prospettiva di mangiare due pedine, non controllano l’intera scacchiera per cui se ne fanno, a loro volta, mangiare quattro. Stupisce che Bersani sia finito in un cul de sac?