Bene l’asta del Tesoro e lo spread, ieri. I tassi si sono mostrati in netta discesa e sui minimi storici per l’asta odierna di Bot. Il Tesoro ha collocato 8 miliardi di titoli semestrali, pari all’ammontare massimo prefissato, a un rendimento dello 0,503% rispetto allo 0,831% fatto segnare nella precedente asta di fine marzo. La domanda è stata pari a circa 11,1 miliardi, pari a un rapporto di copertura di 1,40.
Il calo dello spread
Lo spread tra Btp decennali e Bund equivalenti ha chiuso a quota 286, dopo l’asta dei Bot e dopo aver archiviato la seduta di ieri a 282 punti. In apertura il differenziale era salito sopra quota 290 punti. Il rendimento si attesta al 4,06%. Il differenziale tra Bonos spagnoli e Bund è a 306 punti con un tasso del 4,27%.
La liquidità che annebbia la vista ai mercati
I mercati quindi stanno alla finestra, con lo spread nella zona di sicurezza. Ma come mai le borse mondiali in questo periodo brindano ai massimi storici? Un piccolo paradosso esiste, non essendoci motivi sufficienti per segnare dei record. La crescita Usa viaggia con un tasso di disoccupazione ancora elevato, la Cina sta vivendo una sorta di rallentamento morbido e la Germania mostra risultati inferiori alle attese sul lato della produzione. L’unico vero motivo che fa da traino ai mercati sembra essere l’enorme flusso di liquidità inietttata dalla Bank of Japan e dal programma QE3 della Fed. L’unica banca centrale paralizzata è la Bce, che mantiene per ora i tassi allo 0,75%. Vedremo le prossime mosse di Mario Draghi e quelle dei mercati lunedì, con gli occhi puntati su Palazzo Chigi.