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Brunetta e Sacconi, da pasdaran berlusconiani a fautori del governissimo col Pd

La riforma del lavoro è da cambiare perché il governo Monti non ha fatto altro che “inseguire la Cgil e il Pd”. E’ una dichiarazione di Maurizio Sacconi, datata 28 dicembre 2012, che si unisce al coro di voci provenienti dal Popolo della Libertà che in campagna elettorale hanno più volte ribadito che molti dei provvedimenti varati dai tecnici risultano viziati a causa di modifiche ed emendamenti suggeriti – o imposti – dai democratici e dal maggior sindacato italiano.

Sul lavoro, ad esempio, Popolo della Libertà e Partito Democratico sembravano esser agli antipodi ma Sacconi oggi rivede in parte le sue posizioni e punta dritto al governissimo. “Pd e Pdl possono oggi condividere di fronte all’emergenza misure urgenti per il lavoro, sia sotto il profilo del cuneo fiscale, sia dal punto di vita della correzione delle rigidità della riforma Fornero – scrive Sacconi sul suo sito internet -, che ha dato per certi versi risultati devastanti, e sia sotto il profilo della protezione del reddito per i lavoratori nel corso di questa crisi: questo è già un pavimento programmatico non secondario”.

Sulle orme di Brunetta

Una novità che ricorda un po’ quella che ha visto protagonista, qualche settimana successiva alle elezioni politiche, un altro “pasdaran” del partito di Silvio Berlusconi, l’economista Renato Brunetta. L’ex ministro della Funzione Pubblica, oggi capogruppo alla Camera del Pdl, in un’intervista a La Stampa, si spinse addirittura a dichiarare una vicinanza di idee con il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina. “Diciamo le cose come stanno: il programma di politica economica del Pdl e del Pd è assolutamente sovrapponibile”. Secondo Brunetta tra i programmi di Pd e Pdl c’è addirittura “una sovrapposizione del 65%” anche perché io e Fassina sulle questioni economiche la pensiamo allo stesso modo”.

Si tratta dello stesso Brunetta che invece prima del voto, il 4 febbraio, sul sito sito criticava duramente Stefano Fassina, che aveva a sua volta giudicato irrealizzabile il rimborso dell’Imu sulla prima casa. “Povero Fassina, parla, critica, ironizza, ma non legge. L’ultima sua uscita è proprio risibile. Va bene che siamo in campagna elettorale, ma un minimo di dignità tecnico-scientifica non guasterebbe, anche a sinistra. Che Fassina lasci le sparate e le improvvisazioni a Monti e compagni”.

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