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Brunetta stronca il Def di Monti e Grilli: inutile, anzi dannoso

Niente illusioni, il Documento di Economia e Finanza approvato il 10 aprile dal governo dei tecnici è inutile e andrà rifatto. Parola dell’ex ministro della Funzione Pubblica e capogruppo alla Camera del Popolo della Libertà, Renato Brunetta.

In un commento sul quotidiano il Giornale, Brunetta spiega le ragioni delle sue critiche al documento approvato dal Consiglio dei Ministri, che è inutile – sostiene l’economista – per tre ragioni. Anzitutto “non serve ricordare i risultati (fallimentari) del governo, come l’overshooting della riforma delle pensioni (vedi la tragica vicenda degli esodati), gli effetti devastanti della riforma del lavoro, le nuove tasse introdotte come l’Imu sulla prima casa”.

Secondo l’ex ministro il Def è “inutile perché si tratta di un atto che il governo ha approvato date le scadenze europee ma che dovrà essere riscritto dal prossimo esecutivo, non appena avrà ottenuto la fiducia del Parlamento”. In più, “è inutile per lo sterile e colpevole continuismo rispetto alle politiche imposte dall’Europa a trazione tedesca ai paesi sotto attacco speculativo. L’Italia è l’unico Stato costretto ad anticipare di un anno il pareggio di bilancio, dal 2014 al 2013, pur avendo condizioni finanziarie migliori rispetto ad altri”.

Quello che servirebbe in materia economica

L’eccesso di rigore in Europa come in Italia “ha inferto un colpo durissimo a imprese e famiglie”. A parere di Brunetta servirebbe pertanto “una politica monetaria che stimolasse il credito alle imprese, gli investimenti, la produzione e l’occupazione. Ma nemmeno questo target è stato conseguito, nonostante gli sforzi compiuti dal presidente Bce Mario Draghi”.

In questo contesto, il decreto che sblocca le risorse per pagare i debiti delle Pubbliche Amministrazioni con imprese e banche può servire a poco. “Le deroghe sui debiti della Pubblica amministrazione sono poca cosa rispetto al credit crunch. Meglio rinunciarvi – avverte Brunetta -, in cambio di una politica monetaria più accomodante, che avrebbe contenuto lo spread e avrebbe impedito a migliaia di imprese di chiudere”. Un dato poi certifica il “disastro” compiuto dal Governo dei professori: “Il debito pubblico che ha sfondato il 130% sul Pil”.

Quello che servirebbe in campo politico

L’ex ministro fa presente che, oltre al cambio di rotta in materia economia, sul piano politico preme l’urgenza di formare un governo; di qui i ripetuti appelli e disponibilità ad un governissimo con il Partito Democratico, che uno studio di OpenPolis ha dimostrato esser più che un’ipotesi.

“Ora occorre un governo politico forte, stabile, sostenuto da un’ampia maggioranza in Parlamento e capace di far valere tutto il peso del nostro Paese in Europa. Un governo debole o di minoranza – spiega Brunetta -, come piacerebbe a Pier Luigi Bersani, si presta ad essere eterodiretto. Con sommo gaudio della Germania, che potrebbe continuare la sua egoistica e fallimentare politica economica. La stessa Germania che per questo motivo, con grande abilità, tiene a bada i mercati, mantenendo basso lo spread, mentre l’Italia brucia. Bell’imbroglio. Ancora una volta. Ma gli italiani hanno capito”.


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