Tra chi giudica positivamente la scelta del governo di porre freno a una situazione che diventava sempre più insostenibile e chi invece auspica miglioramenti, sta di fatto che oggi il decreto che sblocca i pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni è stato firmato dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano e ha ottenuto l’approvazione da parte dell’Unione europea. Vediamo nello specifico come e quando avverranno i pagamenti alle imprese e alle banche.
La decisione del governo
Il governo ha deciso di mettere a disposizione 40 miliardi per il pagamento dei debiti alle imprese che avverrà in 12 mesi, ossia nella seconda metà del 2013 e nella prima del 2014. Oltre a questa cifra, l’esecutivo pagherà 10 miliardi alle banche attraverso i titoli di Stato, altri 800 milioni serviranno per attivare quasi il doppio dei Fondi strutturali europei, mentre 1,9 miliardi serviranno alla compensazione tra debiti e crediti fiscali.
Il balletto delle cifre
Non è ancora quantificabile invece l’ammontare totale dei debiti. A fine 2011 erano 80 miliardi i crediti vantati dalle imprese, secondo Bankitalia ora si arriva a 90, mentre la Cgia di Mestre parla di 120 miliardi di euro. A questi si aggiungono i crediti vantati dalle banche, circa 10-15 miliardi di euro. Lo stesso Ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ha ammesso una certa discordanza su queste cifre. Nel decreto si prevede comunque che “tutte le Amministrazioni sono chiamate entro il prossimo 15 settembre alla ricognizione completa dei debiti commerciali” scaduti al 31 dicembre 2012.
A chi spettano questi soldi
Saranno le imprese fornitrici di beni o servizi alle Pubbliche Amministrazioni a ricevere la liquidità messa a disposizione. Esse hanno la priorità rispetto alle banche. Ai creditori non sarà necessaria la certificazione dei crediti. Se gli importi supereranno la disponibilità delle amministrazioni, sarà seguito il criterio dell’anzianità del credito scaduto.
Come avverrà il pagamento
Sono due i modi attraverso i quali avverrà il pagamento. Per circa 14 miliardi gli enti locali che hanno i soldi in cassa avranno il via libera al pagamento attraverso una modifica del Patto di Stabilità. Per i restanti 26 miliardi, lo Stato presterà denaro a Comuni e Regioni che provvederanno a restituirlo in trent’anni al tasso dei Btp quinquennali.
I tempi
Chi ha già denaro in cassa, stiamo parlando dei 14 miliardi, può provvedere subito al pagamento fino all’esaurimento. Ma le due date chiave sono il 30 maggio per i Comuni e il 30 giugno per le Regioni. Dopo queste date ci saranno piani certi e date sicure per chi attende i soldi.
La compensazione debiti-crediti
Nel decreto è stata anche inserita la tanto richiesta compensazione tra debiti e crediti fiscali delle imprese con lo Stato. Una misura che ha fatto discutere fino all’ultimo e che ha provocato tensioni con le imprese e anche all’interno dello stesso Governo Monti. La Ragioneria generale dello Stato infatti avrebbe cassato all’ultimo l’innalzamento – poi reintrodotto – della compensazione da 500 mila euro a 700 mila, per mancanza di copertura. Visto poi il forte pressing delle imprese – soprattutto le medio piccole, come Rete Imprese Italia -, si è deciso di reintrodurre la compensazione ma solo dal 2014. Scatta dal prossimo anno perché non ci sarebbe stato il tempo di applicarla quest’anno ma soprattutto per il timore di sfondare il rapporto deficit/Pil del 2013.
L’operazione costerà allo Stato 1,9 miliardi che saranno spalmati in 3 anni: 1 miliardo e 250 milioni nel 2014, 380 milioni nel 2015 e 250 nel 2016. Le risorse dovrebbero arrivare da un apposito fondo dell’Agenzia delle Entrate che serve appositamente per i rimborsi fiscali.
Nessun rischio per i conti pubblici
Non ci saranno rischi per la tenuta delle casse statali. Il pagamento dei debiti alle imprese e alle banche è stato concordato con l’Unione Europea che ha concesso all’Italia di elevare il debito pubblico di 40 miliardi in due anni e di 10-15 miliardi dal prossimo anno per il pagamento – attraverso i titoli – dei debiti con le banche. L’Italia potrà così aumentare il deficit dello 0,5% portandolo al 2,9% nel 2013. Se si sfonderà però il 3%, la soglia massima europea, si farà una nuova manovra.