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Debora Serracchiani: la candela resta accesa anche nella tempesta

Dopo questi giorni concitati gli opinionisti avevano prospettato una “batosta” senza precedenti per il Centro Sinistra, e si era ipotizzato che a farne le spese sarebbe stata proprio la candidata in Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. Non è andata così.

Con tutte le dovute cautele, perché le elezioni regionali non sono quelle politiche e perché le istanze locali possono non coincidere con quelle nazionali, possiamo dire che c’è della speranza per il Centro Sinistra. Serracchiani esce vincitrice in una sfida davvero difficile, con un dignitoso 40%, distaccando lo sfidante del centro destra di un punto%.

Il PD resta il primo partito in Friuli, con oltre il 26% di preferenze, mentre il PDL si attesta ad un modesto 20%. Riesce a raggiungere il PD solo grazie al supporto di una lista autonomista che totalizza un 11%. Flop per la Lega Nord, che rimane ampiamente sotto il 10%, proprio nel Nord.

Ma lo stupore degli stupori, è il flop del M5S che mentre a livello nazionale ha superato il 25% solo pochi mesi fa, oggi a fatica raggiunge il 20%. Grillo, dovrebbe fare una profonda riflessione su se stesso e sul suo modo di intendere la politica.

L’esito delle elezioni in Friuli offrono al Centro Sinistra una forte speranza: la base non è allo sbando come la propria dirigenza. La fiducia riposta dalla popolazione nei confronti di Serracchiani, che vince di misura in una situazione di svantaggio, è la dimostrazione che le persone contano, contano le capacità e le qualità di chi si impegna sul serio.

Fosse anche solo l’1% di quelli che stanno nei partiti, quell’1% merita di essere difeso, supportato e spronato a produrre speranza e fiducia. Serracchiani è sicuramente parte di questo 1% di buona politica, ed evidentemente, malgrado la grande crisi in cui versa il Partito a livello nazionale, la gente le ha riconosciuto qualche cosa.

Al netto di questa conferma per Debora Serracchiani, nella sua terra e con le sue promesse e i suoi programmi, dobbiamo constatare che a vincere davvero è stata l’astensione. Rispetto al 2008 si è assistito ad un crollo del 20% nell’affluenza alle urne. Questo dato indica che anche il M5S non è stato capace di catturare questo segmento corposo di popolazione, affetta da malcontento e disaffezione verso la politica.

Che gli ultimi due mesi abbiano sortito un effetto negativo proprio sul partito che si proponeva come antagonista alla politica tradizionale? Che questo stallo istituzionale e questo rifiuto ad una cooperazione con il Centro Sinistra abbia penalizzato proprio il M5S? Dopotutto, il 26% del PD indica che il partito su quel territorio è solido, e che
il PDL invece, ha deluso. E il M5S? Non sembra aver convinto.

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