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Gli economisti aziendali bocciano il decreto Monti-Grilli sul pagamento dei debiti dello Stato

Il decreto sul pagamento dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni, approvato qualche giorno fa dal Governo Monti, fa ancora discutere. Alle già numerose parti che chiedono e suggeriscono modifiche si aggiunge l’Accademia italiana di Economia Aziendale, il network che conta più di 800 professori di quasi di economia aziendale di quasi tutte le università italiane e che svolge attività di sostegno alla ricerca e alla formazione rivolta ai giovani ricercatori.

Gli elementi positivi

Il decreto che mette a disposizione risorse – seppur in forma limitata rispetto all’ammontare totale dei crediti vantati da imprese e banche – “va nella direzione giusta ma contiene ancora aspetti discutibili e da precisare meglio nelle norme attuative”, commenta Alessandro Carretta, professore di Economia degli intermediari finanziari all’Università di Roma Tor Vergata, presidente dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale.

Secondo Carretta “è apprezzabile l’introduzione di sanzioni e penalizzazioni per le amministrazioni (e anche per singoli dirigenti) che non danno seguito alle procedure, così come la semplificazione e la detassazione della cessione dei crediti”.

Le incertezze

Il presidente di Aidea però fa presente che, nonostante questa misura, “resta lo scetticismo sul fatto che la Pubblica Amministrazione sia in grado di rilevare i propri debiti entrò il 30 giugno e di procedere a quella certificazione che finora è stata inefficace”.

La parte più critica però riguarda la compensazione tra debiti e crediti, che tanti contrasti ha creato tra le imprese e la Ragioneria generale dello Stato e all’interno della stessa compagine di governo. Carretta giudica “inaccettabili” i limiti e i rinvii su questa misura a tal punto da arrivare a dire che “ci vorrebbe una Equitalia che agisse contro le amministrazioni pubbliche con gli stessi strumenti usati per i privati!”.

Anche la distinzione tra crediti ceduti pro solvendo e pro soluto è, nell’opinione del Presidente dell’Accademia degli economisti aziendali, “fonte di confusione e inutile: serve a soddisfare interessi populisti che poco hanno a che fare con un problema così serio. Si tratta comunque di crediti che il sistema finanziario ha anticipato alle imprese! Se vengono rimborsati torneranno in circolo, con beneficio per l’economia, altrimenti il danno è sempre per le imprese”. Anche per questo, secondo Alessandro Carretta, è necessario che eventuali titoli usati per i pagamenti abbiano durata pari ai crediti: “altrimenti si blocca l’attivo delle banche, e ci rimettono di nuovo le imprese”.



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