L’Ue chiude i cancelli. Bruxelles ha infatti annunciato di non avere ”intenzione” di valutare un’estensione per il taglio del deficit sotto al 3% ”per nessun altro Paese oltre ai 3 già annunciati” che sono Spagna, Portogallo e Francia, tagliando quindi fuori Italia e Olanda. Ma intanto, le concessioni sulla tempistica per il rientro dal deficit eccessivo non bastano a Madrid, che chiede margini di sforamento del deficit più ampi.
Obiettivo 6%
La Spagna vorrebbe negoziare con l’Unione europea un allentamento del suo obiettivo di deficit per il 2013, e spera di innalzarlo al 6% del Pil, rispetto al 4,5% fissato nei programmi attuali. In sostanza, come hanno spiegato oggi fonti governative, l’obiettivo di ritorno al di sotto del 3% di rapporto fra deficit e Pil sarebbe spostato in avanti di uno o due anni.
L’austerità spagnola
A maggio la Spagna deve presentare il suo programma di stabilità 2013-2016, con le previsioni di crescita e deficit per gli anni in questione. Le previsioni nazionali saranno poi passate al setaccio da Bruxelles, dove la commissione pubblicherà pochi giorni dopo le sue “Previsioni di primavera” per tutti i paesi Ue. Madrid è oggetto di una procedura di deficit eccessivo da parte di Bruxelles e ha intrapreso uno sforzo titanico di austerità con tagli delle spese e aumenti delle tasse per cercare di riportare sotto controllo il disavanzo, che nel 2011 ha toccato il 9,4% del Pil.
Il record sulla disoccupazione
La riduzione al 4,5% del Pil nel 2013 e poi al 2,8% del Pil nel 2014, come previsto nel programma attuale, è considerata irrealistica dagli analisti, in un momento in cui il Paese è ancora in recessione (con una decrescita dell’1,37% nel 2012 e previsioni simili per il 2013) e stretto in una morsa dalla disoccupazione che ha superato il 26% ma fra i minori di 25 anni tocca ormai il 55%.