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Una Germania meno pimpante apre la strada a Draghi sul taglio dei tassi

Stavolta il campanello d’allarme arriva dalla Germania. All’ultimo comitato direttivo la Bce si era mostrata sorda agli appelli dei Paesi in crisi dell’Eurozona. Di abbassare ancora il tasso d’interesse, allineandolo almeno a quello della Bank of England, il governatore della Bundesbank Jens Weidmann non ne aveva voluto sentir parlare. Ma il discorso potrebbe cambiare, e il condizionale per i mercati è già diventato sinonimo di certezza, dopo i dati deludenti in arrivo da Berlino.

Come sottolinea il Guardian, i dati sulla produttività in Germania e Cina, più deboli del previsto, hanno spinto al ribasso il prezzo del petrolio e alimentato infatti le speranze, anche dei mercati, che la Bce possa tagliare i tassi d’interesse il prossimo mese.

Il calo della produzione in Germania

La produzione manifatturiera tedesca si è contratta per la prima volta negli ultimi cinque mesi, mentre Francia, Italia e Spagna hanno subito perdite più accentuate. La Cina ha registrato dati positivi, ma con tassi di crescita minori di quelli previsti. Ma è stata anche la produzione statunitense a segnalare un calo ad aprile.

L’apertura di Weidmann

La Bce è quindi pronta a ridurre i tassi, oggi allo 0,75%. Secondo gli analisti una mossa di questo genere è imminente, dopo l’apertura di Weidmann ad un taglio nel caso in cui la situazione economica fosse peggiorata.

L’allineamento con la Bank of England

La Commissione europea e la Bce avevano già previsto una ripresa dell’economia dell’Eurozona nel secondo semestre del 2013. Ma se la crisi in Grecia, Irlanda, Portogallo e Cipro sembrava rientrare, il Nord Europa ha sofferto sempre più a causa del calo dell’export nell’Europa del Sud.
Christoph Weil, analista alla Commerzbank, ha previsto un taglio dei tassi allo 0,5% da parte della Bce, una soglia che la allineerebbe con quella della Bank of England



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