Emma Bonino ricorda un vecchio ma indimenticato spot della Panda: “piace alla gente che piace”. Alle élite italiane, ai giornalisti e agli intellettuali, la leader radicale piace tantissimo. Il suo nome era già emerso nelle ultime elezioni per il Quirinale. Ora ritorna, fortissimo. Spinto questa volta dai social media, Facebook e Twitter in particolare.
Il movimento carsico è emerso in superficie con la nomina dei “saggi” e la mancanza di nomi femminili. Oggi, a dare la carica è stata Mara Carfagna. La già ministra berlusconiana ha fatto il suo nome. Un endorsement in piena regola.
Mario Adinolfi, blogger ed ex deputato Pd, ha detto subito che i cattolici, anche quelli che stanno nel partito di Bersani, non potranno votare la Bonino. Chissà, forse con Bergoglio l’idea dei cattolici impegnati in politica potrebbe subire qualche novità. Chissà.
Intanto, un sondaggio Ipr rileva che gli italiani vorrebbero proprio lei, Emma, al Colle più alto. Al secondo posto, Draghi (di lui parleremo nelle prossime ore). L’identikit ideale infatti è di una personalità europea e la Bonino è stata ministro per le politiche comunitarie e commissario europeo.
Prima però bisogna avere consenso. E dopo l’exploit di Movimento 5 Stelle cosa meglio di Twitter. Sarà un caso che è appena spuntato un account @emmabonino. Zero tweet, pochissimi following e già quasi 15mila follower. La campagna per il Quirinale è iniziata. Dal 18 aprile si inizia a votare.