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Che vento soffia sull’eolico

Di chi sono le pale eoliche? “Per ogni pala che sale al cielo e raccoglie vento, energia pulita, c’è una mano sporca a sorreggerla”, spiega il giornalista e scrittore Antonello Caporale nel suo ultimo libro, “Controvento.

In una conversazione con Formiche.net, la firma del Fatto Quotidiano, già a Repubblica, descrive il giro d’affari che la criminalità ha costruito attorno alle rinnovabili e parla della “solita Italia”, inconsapevole del tesoro disperso. Una ricchezza portata in primo piano dalla cronaca, con la confisca di beni per un valore di 1,3 miliardi al “re del vento”, l’imprenditore siciliano Vito Nicastri.

“La tecnologia – osserva Caporale – ha fatto sì che gli elementi naturali siano divenuti motori di ricchezza. Ma il vento è tuo, è mio, è un bene comune. Se soffia per tutti, entra solo in alcune tasche”. Le cifre parlano chiaro: “Tra eolico e fotovoltaico, il giro d’affari da qui al 2020 toccherà gli 80 miliardi di euro. E lo Stato ha stanziato risorse ingenti attraverso gli incentivi, di cui hanno approfittato criminali e faccendieri che non hanno faticato ad ottenere le autorizzazioni rilasciate dalla pubblica amministrazione. E’ la solita Italia, che non si rende conto dei suoi tesori e li affida alle mani più sporche”, sottolinea.

“Lo Stato non ha voluto neanche immaginare forme di cooperazione con gli operatori privati, una prassi molto più sviluppata all’estero rispetto a quanto succeda in Italia”. Le motivazioni? “La risposta di un politico è scontata: ‘E’ l’Europa che impedisce partecipazioni statali’. Ma i casi dei comuni che hanno dato vita a consorzi pubblici per lo sfruttamento dell’energia rinnovabile sono la prova delle possibilità che l’Italia ha in mano. Se la Puglia e le altre regioni del Sud godessero dei profitti dell’eolico e del fotovoltaico, sarebbero ricchissime. La realtà? Sant’Agata di Puglia, con 120 pale, è un paese crocifisso. E Vizzini, in provincia di Catania, conta più pale che abitanti. I soldi che ricevono questi Paesi? Zero”. E non solo. Il costo per il Paese è doppio. “Oltre ai mancati profitti, su di noi gravano anche i costi degli incentivi”, il cui impatto in bolletta sarà di oltre 13 miliardi di euro nel 2013.

Mafia, ‘ndrangheta, camorra. Tutte le organizzazioni criminali si sono accaparrate fette importanti di questo settore. “Lo Stato non è intelligente quanto loro? E’ una ricchezza delapidata, e la situazione peggiorerà. L’Italia è un caso unico, perché più diffusa è l’inconsapevolezza di questo tesoro di cui lo Stato non si interessa, ma che invece lascia nelle mani di gruppi criminali senza riguardo per il bene comune”.

Ma il caso riguarda anche il fotovoltaico. “Con 700mila kilometri quadrati di cemento, perché installare i pannelli su terra preziosa per l’agricoltura? E’ la logica del profitto, che porta i privati a guardare solo alla strada più facile e meno costosa”.

E la reazione della politica? “Mi sarei aspettato di più dal M5S. Si parla del bisogno delle rinnovabili nel panorama energetico del Paese, ma non ci sono riflessioni su ciò che sta succedendo, sul degrado e sulle devianze criminali”. Un’assenza di dibattito, quello del M5S di Grillo, di cui Caporale si dice “molto colpito”.

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