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Ecco come riparte Fare per fermare il declino

Caro direttore, quello che ha dato una forte spinta propulsiva alla nascita di Fare per Fermare il declino sono state, da un lato, la capacità di dare una prospettiva di discontinuità con la vecchia politica, dall’altro la chiarezza e la concretezza delle idee proposte, tese ad alleggerire il peso dello stato e del fisco e a dar spazio ad una società aperta al merito e alla concorrenza. Dopo la parabola elettorale, conclusasi con un numero di voti troppo basso per dirsi soddisfatti, troppo alto per mollare, è al modo di far politica e al programma che occorre tornare per ritrovare l’unità, oltre ogni forma di personalismo, e saldare l’identità del partito. I congressi regionali e nazionale dovrebbero rappresentare un’occasione per rafforzare l’offerta politica di Fare.

Per questo abbiamo elaborato una serie di proposte da sottoporre ai lavori congressuali, raccolte nel nuovo contenitore www.ilfattivo.com e sintetizzate nel documento “Energie nuove per la crescita, le libertà individuali, i diritti civili”. Proposte che intendiamo rivolgere anche a quanti hanno elaborato e sottoscritto le mozioni La Strada da Fare, Insieme per Fare e Manifesto per Fare.
Le proposte economiche lanciate da Fare nella scorsa campagna elettorale sono ancora attuali. Si tratta ora di tradurle in iniziative politiche coerenti e puntuali: l’abbattimento dei costi della politica per ridurre le tasse su lavoro e imprese, la fissazione di un tetto massimo in Costituzione alla pressione fiscale, adottare strumenti di tutela dei contribuenti il cui interesse, diffuso per definizione, risulta troppo spesso cedevole di fronte alle pretese avanzate da gruppi di potere organizzati.

Ma Fare per fermare il declino non può esimersi dal proporre una soluzione alle distorsioni provocate dall’attuale legge elettorale e all’ingovernabilità a cui quest’ultima ha condotto il Paese. Una risposta puntuale al tema delle riforme istituzionali non può che essere l’uninominale, perché all’elettore sia data la possibilità di votare con una scheda un candidato di cui ha fiducia, un programma in cui crede, una maggioranza e un governo capaci di attuarlo.
Altra questione che un partito maturo non può eludere è quello dei diritti civili. I temi etici non possono costituire un tabù in un partito a vocazione liberale. La difesa delle libertà individuali passa per il riconoscimento di diritti vissuti o rivendicati da milioni di persone nella propria sfera privata, dal diritto di autodeterminazione nel disporre del fine vita al diritto del figlio ad avere un madre e un padre con pari responsabilità anche dopo il divorzio. Proposte di riforma come quella per il divorzio breve e le unioni civili vanno discusse con coraggio e spirito laico, superando preconcetti clericali o anticlericali.

È largamente condivisa la necessità di costruire una casa più grande, di dare una vocazione maggioritaria che dia prospettiva al paese, al progetto politico di Fare. Tuttavia un posizionamento politico non può prescindere dai contenuti. È quindi da una base ideale e programmatica chiara che occorre partire anche per contribuire alla costruzione, con altre forze affini, di un progetto politico capace di portare il cambiamento nel Paese.

Le proposte e le candidature ai congressi di Fare sono disponibili e aperte alla sottoscrizione al link www.ilfattivo.com

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