Ieri la presidente della Camera Laura Boldrini ha pubblicato sul Corriere della sera una lettera con la quale invoca una legge per fermare quella che viene definita la “strage” delle donne: “ormai è un appuntamento pressoché quotidiano. Le donne italiane incontrano quasi ogni giorno la morte, la violenza sanguinaria e incontrollata di uomini che non si rassegnano a considerarle persone. La violenza travestita da amore“.
E’ da diverso tempo che si parla della possibilità di introdurre il reato di femminicidio (o femmicidio): la violenza sulla donna in quanto donna. Boldrini cita il dramma della donna investita, a Roma, dall’ex marito e quello della giovane avvocato di Pesaro sfigurata con l’acido su incarico dell’ ex compagno. Due drammi che vedono protagonisti uomini e, in particolare, uomini che erano legati affettivamente alle vittime. Non ho compreso se nelle intenzioni di Boldrini la legge dovrebbe riguardare solo la “violenza travestita da amore” ovvero quella da chiunque perpetrata sulle donne in quanto donne, a cui dovrebbe fare riferimento il concetto di femmicidio. A tal proposito precisa Barbara Spinelli “il termine “femicide” (in italiano “femmicidio” o “femicidio”) nacque per indicare gli omicidi della donna “in quanto donna”, ovvero gli omicidi basati sul genere, ovvero la maggior parte degli omicidi di donne e bambine. Non stiamo parlando soltanto degli omicidi di donne commessi da parte di partner o ex partner, stiamo parlando anche delle ragazze uccise dai padri perché rifiutano il matrimonio che viene loro imposto o il controllo ossessivo sulle loro vite, sulle loro scelte sessuali, e stiamo parlando pure delle donne uccise dall’AIDS, contratto dai partner sieropositivi che per anni hanno intrattenuto con loro rapporti non protetti tacendo la propria sieropositività, delle prostitute contagiate di AIDS o ammazzate dai clienti, delle giovani uccise perché lesbiche…Se vogliamo tornare indietro nel tempo, stiamo parlando anche di tutte le donne accusate di stregoneria e bruciate sul rogo“.
Ora, è indubbio che la cronaca ci riporta terribili episodi di violenza sulle donne e, tra questi, di violenze perpetrate da partner.
Mi preoccupa, però, quando il legislatore insegue la cronaca.
Nella prima pagina di oggi (ore 18.48) del corriere.it i titoli della cronaca sono i seguenti: “Laureata delle Bestie di Satana chiede la grazia”; “Uccide la figlia di 18 mesi e si toglie la vita”; “Delitto Scazzi, condannate all’ergastolo Sabrina e Cosima”.
Si tratta di donne che uccidono donne.
Mi auguro che in quella che Boldrini definisce la “casa della buona politica” si affronti il tema senza pregiudiziali prese di posizione, emotive o ideologiche, approfondendo l’effettiva sussistenza e portata del fenomeno e la concreta efficacia della introduzione di uno specifico reato.