L’austerità promossa dall’Unione Europea, sotto la spinta della cancelliera tedesca Angela Merkel, comincia ad andar di traverso anche alla stessa Germania, o, comunque, la sua approvazione diventa un buon ricatto contro la politica dello Stato federale. Ad inizio marzo, nel silenzio generale, il Bundesrat tedesco ha rimandato alla Commissione di mediazione il Fiscal compact proposto dal governo Merkel, bocciato grazie al voto contrario della coalizione rosso-verde composta da Spd e Verdi.
Una mossa politica
Una mossa politica, sottolinea Icebergfinanza.com, in piena campagna elettorale (in Germania si vota il 22 settembre). “L’opposizione, rappresentata da socialdemocratici e verdi, ha approfittato della maggioranza nella seconda Camera, conquistata da poco con le amministrative in Bassa Sassonia, per imbarazzare la cancelleria. Il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble ha subito invitato alla ‘responsabilità’ nei conforti dell’eurozona. In realtà, i Länder approfittano del valore centrale del patto di bilancio che Angela Merkel ha voluto in Europa, per mettere i loro ‘paletti’ e chiedere soldi. In cambio del carico finanziario del fiscal compact, le Regioni vogliono fra i 2,5 e i 3,5 miliardi di euro all’anno, tra il 2014 e il 2019”.
Gli ostacoli all’approvazione in Germania
Il ministro presidente della Renania-Palatinato, Karsten Kuehl, socialdemocratico, ha respinto le accuse: la decisione “non ha niente a che fare con un tentativo di ostruzionismo; noi vogliamo certezze nella programmazione”. Le risorse rivendicate serviranno ai Länder “per la costruzione di strade comunali, scuole superiori, spazi per bambini ed edilizia civile. Non è la prima volta che il fiscal compact è a rischio proprio nel Paese che più lo ha voluto in Europa: impugnato da diversi oppositori di Frau Merkel fu oggetto di una verifica dell’alta Corte di Karlsruhe, che poi diede il faticoso via libera lo scorso autunno. La notizia è passata in sordina, ma i promotori del Fiscal compact sono stati gli unici ad aver respinto l’approvazione delle misure orientate al rigore. La Merkel ora dovrebbe guardare in casa propria”, conclude Icebergfinanza.com.