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Ecco la verità su pressione fiscale e conti pubblici

Dal raffronto tra l’ultimo aggiornamento dello scenario economico riconducibile al precedente Governo Berlusconi (Nota di aggiornamento del Def del 22 settembre 2011) e la Relazione presentata oggi alla Camera, emerge con chiarezza come il Governo Monti non solo non ha introdotto più imposte di quelle che il Governo Berlusconi aveva già messo in bilancio, salvo sfilarsi con raro cinismo e irresponsabilità politica quando la loro materiale introduzione non poteva più essere procrastinata, ma ne ha anzi introdotte di meno.

Le previsioni sulla pressione fiscale del governo Berlusconi

Nella Nota di aggiornamento del Def del 22 settembre 2011, si vede come l’allora Governo di Berlusconi e della Lega Nord prevedesse di onorare gli impegni da esso stesso appena assunti in sede europea applicando sugli italiani una pressione fiscale pari al 44,07% nel 2012, pari al 44,84% nel 2013 e pari al 44,83% nel 2014.

Il confronto con la pressione del governo Monti

La Relazione di aggiornamento dello scenario economico approvata dalla Camera evidenzia invece come le scelte del Governo Monti abbiano determinato una pressione fiscale a consuntivo nel 2012 pari al 44,03% (- 0,04 punti percentuali rispetto agli impegni di bilancio assunti dal Governo Berlusconi) e determinino previsioni di pressione fiscale pari al 44,40% sul 2013 (- 0,44 punti percentuali) e al 44,28% sul 2014 (- 0,53 punti percentuali).

Un debito inferiore alle stime

Riuscire a mantenere il carico fiscale al di sotto degli impegni già assunti dal precedente governo per il risanamento del bilancio, è stato un risultato straordinario, se si considera che nella Nota di aggiornamento del Def del 22 settembre 2011 il Governo Berlusconi faceva i propri conti su stime di Pil a dir poco ottimistiche (1,622 miliardi nel 2012; 1.665 miliardi nel 2013; 1.714 miliardi nel 2014), rispetto al quadro che emerge dalla Relazione odierna (1.566 miliardi nel 2012; 1.573 miliardi nel 2013; 1.624 miliardi nel 2014), causa anche gli inevitabili effetti recessivi che si sono generati in dipendenza del piano di inasprimento fiscale messo a bilancio dal Governo Berlusconi.

Il rispetto degli impegni di Monti

Nonostante il peggioramento del quadro economico, il Governo Monti è riuscito a mantenere gli impegni assunti dal precedente governo in sede europea senza aumentare la pressione fiscale più di quanto già quel governo stesso aveva stabilito – ed anzi aumentandola un po’ di meno – grazie all’avvio di una politica di reale rigore sul lato della spesa e al graduale riassorbimento della esplosione del costo del debito, frutto della ritrovata credibilità della politica economica del Paese davanti ai mercati e alle istituzioni internazionali.

La spending review dei tecnici

Per il 2012, la spesa al netto degli interessi che a settembre 2011 prevedeva di fare il Governo Berlusconi era pari a 720.660 milioni; quella concretamente verificatasi, dopo gli interventi del Governo Monti, è stata pari a 714.337 milioni ( – 6.323 milioni), grazie a risparmi di 5.327 milioni sulle spese per il personale, 6.084 milioni sulle spese per consumi intermedi e 1.916 milioni sulle spese per prestazioni sociali che hanno consentito di abbattere la spesa complessiva nonostante il parallelo incremento assicurato dal Governo Monti sul lato della spesa per investimenti (investimenti fissi lordi + 4.056 milioni, contributi in c/capitale + 3.830 milioni).

Le previsioni di spesa nel 2013

Per il 2013, la spesa al netto degli interessi che a settembre 2011 prevedeva di fare il Governo Berlusconi era pari a 725.447 milioni; quella che prevede il Governo Monti, dopo i suoi interventi correttivi, è invece pari a 718.332 milioni ( – 7.075 milioni), grazie a risparmi di 7.187 milioni sulle spese per il personale, 8.105 milioni sulle spese per consumi intermedi e 1.969 milioni sulle spese per prestazioni sociali che hanno consentito di abbattere la spesa complessiva nonostante il parallelo incremento assicurato dal Governo Monti sul lato della spesa per investimenti (investimenti fissi lordi + 4.568 milioni, contributi in c/capitale + 5.299 milioni).

Le stime per il 2014

Per il 2014, la spesa al netto degli interessi che a settembre 2011 prevedeva di fare il Governo Berlusconi era pari a 741.489 milioni; quella che prevede il Governo Monti, dopo i suoi interventi correttivi, è invece pari a 724.396 milioni ( – 17.093 milioni), grazie a risparmi di 8.930 milioni sulle spese per il personale, 9.211 milioni sulle spese per consumi intermedi e 3.769 milioni sulle spese per prestazioni sociali che hanno consentito di abbattere la spesa complessiva nonostante il parallelo incremento assicurato dal Governo Monti sul lato della spesa per investimenti (investimenti fissi lordi + 3.682 milioni, contributi in c/capitale + 2.333 milioni).

La bontà della politica economica di Monti

La realtà dei numeri mette quindi a nudo le bugie su cui si è fondata gran parte della recente campagna elettorale e testimonia la bontà e l’oculatezza della politica economica del Governo Monti in un frangente difficilissimo, senza la quale oggi l’Italia dovrebbe più probabilmente fronteggiare richieste da parte dell’Europa di piani straordinari di prelevamenti a favore dello Stato, invece che negoziare con essa, in deroga ai vincoli di bilancio, piani straordinari di pagamenti a favore dei fornitori della pubblica amministrazione che consentiranno di dare ossigeno all’economia del Paese.

Enrico Zanetti

Responsabile Fisco di Italia Futura e deputato di Scelta Civica


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