Grazie all’autorizzazione dell’autore, pubblichiamo l’editoriale di Pierluigi Magnaschi sul numero odierno del quotidiano Italia Oggi del gruppo Class Editori.
I grillini, nel loro complesso, sono dei pasticcioni impreparati. Confondono la Bce con la Fed, credono che Varsavia sia in Germania, sbagliano fra cassa integrazione e reddito garantito. Ma, accanto ai tanti (e spesso clamorosi) difetti, hanno alcuni pregi, dal punto di vista di politico.
Primo: sono in tanti. E quindi, da loro, dipendono gli equilibri politici in Parlamento. Se ci stanno loro, le maggioranze si fanno. Se si tirano indietro, resti con il cerino in mano, vedi Bersani.
Secondo: sono giovani e quindi, come tutti coloro che non hanno esperienza, non sono nemmeno prigionieri di ciò che si è fatto e ripetuto in passato e che, magari, oggi non ha più valore.
Terzo: si misurano con degli antagonisti politici decrepiti, che portano il pannolone e che stanno in piedi, non perché essi siano gagliardi, ma solo perché sono tutti così e quindi non si fanno concorrenza fra di loro anche perché suonano tutti la stessa musica, sia pure con strumenti diversi. Nokia era un gigante cinque anni fa. Adesso è stato asfaltato da Apple che si appresta a essere insidiato da Samsung. La Russia aveva sequestrato l’occidente con il suo gas ma adesso deve vedersela con i gas da scisti che hanno ribaltato le dipendenze geopolitiche. La primavera araba di due anni fa si è tramutata in un inverno minaccioso. Ebbene, mentre il mondo cambia come un caleidoscopio, noi presentiamo, come candidati alla presidenza della Repubblica, persone che erano già state candidate a questa carica sette o addirittura 14 anni fa.
La designazione, da parte del M5S, di Milena Gabanelli è quindi una provocazione ben orchestrata. Che si accompagna alla richiesta a Bersani di far confluire su questa giornalista anche i voti del Pd. Se questa richiesta fosse accolta, allora, dice Grillo, si potrebbero trovare successivamente dei punti comuni che l’M5S si guarda bene dal chiarire. Ovviamente, Bersani non sa che cosa fare. Resta perciò in mezzo al guado con, in mano, il tresette dei suoi candidati passati di cottura. Nello specifico, nulla da obiettare alla Gabanelli. È una giornalista con i fiocchi. Ma per guidare il Quirinale ci vuole una grande esperienza politico-istituzionale così come non basta avere la patente per mettersi a guidare una vettura di F1.