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Il sì tedesco agli aiuti per Cipro arriva con il monito all’Italia

Il Bundestag tedesco ha approvato il contributo tedesco al pacchetto d’aiuti per Cipro deciso da Unione europea, Fondo monetario internazionale e da Banca centrale europea. E la maggioranza, come era stato previsto dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, è stata ampia. Secondo quanto riportato dal Guardian, sono stati 487 i parlamentari che hanno votato sì, 102 i contrari e 13 gli astenuti. Le conseguenze di una bocciatura del piano di salvataggio da parte Bundestag? Nicosia sarebbe stata la prima tessera del domino, il cui crollo avrebbe causato anche quello di Italia e Spagna (dimenticando che le banche tedesche sono molto più esposte al rischio Cipro di quanto non lo siano quelle italiane).

Le minacce

Nei giorni scorsi gli esperti di economia della Unione (Cdu-Csu) di Angela Merkel hanno minacciato di votare ‘no’ agli aiuti, se il governo di Nicosia non dimostrerà di esser capace di pagare i 5,5 miliardi ulteriori, necessari al salvataggio.

Il fabbisogno di Cipro

Il fabbisogno finanziario di Cipro, stando alle cifre concordate con l’Ue, rimane di 10 miliardi di euro, ”aiuti che serviranno a dare il tempo a Nicosia di fare le riforme necessarie per camminare sulle sue gambe”. E il governo tedesco ”conta sul fatto che la cifra resterà questa”.

Le prossime tessere del domino secondo Schäuble

“Siamo sulla buona strada”, ha detto Schäuble parlando al Bundestag. ”Ma a questo percorso appartengono anche gli aiuti a Cipro, così da evitare che da Nicosia vengano nuovi problemi all’eurozona”.  “Un’insolvenza di Cipro metterebbe a rischio anche paesi come Spagna e Italia”, ha sottolineato il ministro, ricordando che ”Bce, Commissione europea e Fmi hanno ritenuto la sorte di Nicosia rilevante per l’eurozona”.

Più tempo per Portogallo ed Irlanda

Contestualmente al voto che ha approvato l’impegno finanziario tedesco per il salvataggio di Cipro, il Bundestag ha approvato il prolungamento dei termini di restituzione dei crediti per il Portogallo e l’Irlanda. Il voto a larga maggioranza – Cdu/Csu, Fdp, Spd e Verdi – ha spostato il termine dell’estinzione del debito di sette anni in avanti, dando ulteriore respiro alle economie di quei Paesi in crisi.


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