Offrire un’esperienza enogastronomica che sia alternativa al classico ristorante, all’enoteca o a qualsiasi altro locale di ristorazione. E’ questo l’obiettivo con cui nasce Gnammo.com, una piattaforma web che permette a qualsiasi utente di organizzare appuntamenti culinari presso la propria casa o in altri luoghi adatti ad ospitare eventi di gruppo. “L’idea di base – racconta all’Arancia Gian Luca Ranno, fondatore di Gnammo – mi è venuta in seguito all’invito ad aprire un ristorante che più volte mi è stato rivolto per il semplice fatto che amo cucinare per i miei amici e spesso organizzo cene a casa mia”. Ovviamente Gian Luca non aveva voglia di aprire una struttura stabile come un ristorante, ma cominciò a riflettere sulla possibilità di organizzare eventi culinari a cui invitare più persone, in maniera saltuaria, e magari non solo a casa propria.
“Cercando online siti che proponessero esperienze analoghe, mi sono imbattuto in airbnb, il sito ormai diventato un cult della Rete, sul quale le persone possono mettere a disposizione la propria abitazione per turisti casuali. Mi sono detto: se si può fare questa cosa con il letto, perché non farlo con la tavola imbandita”. Nasce così un progetto pilota che esordisce online nel giugno del 2011.
“Nello stesso periodo – continua Gian Luca – ho scoperto che a Bari c’erano dei ragazzi che lavoravano a un’idea simile. Abbiamo deciso di unire le forze e a febbraio del 2012 è nato Gnammo, che deve il nome all’onomatopeico gnamm gnamm”. Il funzionamento del sito è molto semplice. L’utente si connette e consulta eventuali appuntamenti già presenti in bacheca ai quali vorrebbe partecipare. “Se invece si vuole organizzare un evento – precisa Gian Luca – ci si iscrive al sito e poi si segnala l’eventuale menù, il luogo di ritrovo e il prezzo della consumazione”. Non ci sono limiti al tipo di evento da organizzare, si va dalle cene ai pranzi, dagli aperitivi ai pic nic. E lo stesso vale per i luoghi di ritrovo che possono essere i più svariati. “Si tratta di eventi che devono richiamare non solo persone del luogo, ma anche turisti di passaggio che, invece di scegliere di andare a cena in un ristorante, ad esempio, una sera possono optare per un’esperienza diversa, che oltre all’elemento gastronomico, mette in gioco relazioni umane e la possibilità di conoscere altra gente”. Un vero e proprio modello alternativo di socializzazioneche vede nell’elemento culinario spesso un semplice aggancio,una scusa per poter eventualmente anche fare altro. “Stiamo creando a questo proposito delle categorie specifiche – dice Gian Luca – come ad esempio quella dedicata al cinema. Ci si ritrova per vedere un film e si mangia insieme qualcosa”.
Ovviamente quando si chiede di partecipare ad un evento sarà sempre l’organizzatore a dovere accettare o rifiutare l’ospite che si candida. In questo senso, tra l’altro, la platea dei potenziali organizzatori si sta allargando dai semplici utenti privati, anche ad aziende, grandi e piccole, che possono utilizzare Gnammo per lanciare nuovi prodotti organizzando eventi dedicati. “Stiamo lanciando delle specifiche brand page – annuncia Gian Luca – che saranno dedicate appunto a grandi o piccoli marchi enogastronomici, che possono sfruttare la nostra piattaforma per lanciare nuovi prodotti”.
E un richiamo importante in questo senso potranno averlo sempre più i numeri di Gnammo che cominciano ad essere consistenti. “Attualmente – fa sapere Gian Luca – possiamo già contare su 6mila iscritti, con 300 eventi organizzati in 13 Regioni diverse e che hanno visto la partecipazione di 1.300 ospiti. Numeri che vorremmo accrescere puntando, come detto, su una fetta di partecipanti che arrivnosempre più dal circuito turistico e in questo senso stiamo raggiungendo una serie di accordi con alcuni tour operator”. Il tutto per alimentare un meccanismo che basa i propri introiti su una percentuake del 10% che viene applicata su ogni transazione che va a buon fine, ossia ogni volta che un ospite effettivamente paga per partecipare ad uno degli happening presenti sul sito. “L’idea ormai ha attecchito – afferma Gian Luca – e in questo senso stiamo anche finalmente pensando di dare una forma societaria al nostro progetto. Per il momento infatti operiamo ancora come associazione, ma in tempi rapidi dovremmo trasformarci in una srl, sfruttando anche le opportunità offerte dalla normativa sulle start up innovative”.
Quello che non è stato ancora deciso invece è il luogo in cui effettivamente avrà sede l’impresa. “Al momento – dice Gian Luca – siamo in trattative con una serie di fondi d’investimento che dovrebbero fornirci finanziamenti pari a circa 400mila euro, che è la somma che pensiamo sarà sufficiente a consolidare il progetto. In questo senso, stiamo trattando anche con fondi esteri e non escludiamo che la nostra sede potrà situarsi in un Paese straniero, soprattutto per la maggiore facilità con cui in alcune realtà si può accedere al credito, a differenza dell’Italia. D’altronde – conclude Gian Luca – nei nostri programmi c’è già l’idea di espanderci in almeno quattro Paesi europei, e dunque stabilire all’estero la sede sarebbe il primo passo verso una nostra piena internazionalizzazione”.