È Golos la prima organizzazione non governativa russa multata per la nuova legge che impone alle associazioni che ricevono finanziamenti esteri di registrarsi come “agente straniero”. Un termine che rimanda all’epoca sovietica e che in molti leggono come sinonimo di spia.
L’organizzazione che si occupa di monitorare la regolarità delle elezioni è stata condannata a pagare 300mila rubli, pari a circa 6,300 euro, per essersi rifiutata di registrarsi nel novero di quanti ricevono soldi dall’estero. L’accusa fa leva su fondi che sono entrati all’associazione lo scorso dicembre, un mese dopo l’entrata in vigore della legge, parte del premio Andrei Sakharov per la libertà conferito dall’Helsinki Commitee norvegese. Fondi che Golos assicura di aver restituito.
La giustizia è saltata a conclusioni affrettate, recita il comunicato dell’organizzazione, nel quale si specifica che Golos è attualmente finanziata soltanto con risorse russe. In passato, tuttavia, ha ricevuto fondi da UsAid, l’agenzia per lo sviluppo statunitense i cui uffici moscoviti hanno chiuso i battenti lo scorso anno proprio per le nuove normative russe, dopo vent’anni di attività nella federazione.
Inoltre, secondo quanto riporta l’agenzia Ria Novosti, dai documenti del ministero della Giustizia sotto accusa sarebbe in realtà un’altra organizzazione quasi omonima, la Golos Regional Pubblic Association.
Il centro di monitoraggio è comunque entrato nel mirino del potere russo con la denuncia di brogli nelle elezioni parlamentari di dicembre 2011, apri strada per le presidenziali del successivo marzo e per l’elezione di Vladimir Putin a un terzo mandato, intervallato dai cinque anni di Dmitry Medvedev alla guida del Cremlino.
Un terzo mandato all’insegna del giro di vite contro oppositori e organizzazioni non governative accusati di legami con l’estero, che, nell’ottica di Mosca, potrebbero interferire politicamente nei propri affari interni.
