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Google favorisce solo Google? I sospetti di Bruxelles

Google è di nuovo nel mirino dell’antitrust europeo. Il colosso della Rete è sotto la lente dei funzionari di Bruxelles perché nei risultati di ricerca favorirebbe i propri servizi a scapito di quelli dei diretti concorrenti.

Mappe, finanza, meteo: sono solo alcuni dei servizi che preoccupano la Commissione europea. Al vaglio è soprattutto quella che in gergo tecnico è chiamata “vertical search”, ricerca verticale, che in condizioni ottimali dovrebbe generare nei risultati del motore diverse voci rilevanti, non solo quelle di Mountain View.

Per questo, Google starebbe concordando per la prima volta una serie di misure – che presenterà in settimana alla Commissione – volte a distinguere in modo più netto i suoi servizi e che consentirebbero alla compagnia di evitare multe salate.

L’obiettivo – secondo il Financial Times – sarà di fornire agli utenti una netta distinzione tra i collegamenti “consigliati” e quelli degli altri big player del web, come Microsoft ad esempio.

LE RACCOMANDAZIONI DELL’UE
I dettagli specifici ancora poco chiari, ma Joaquin Almunia, commissario europeo per la concorrenza dell’Unione europea, ha lasciato intendere che la soluzione andrà oltre una semplice variazione di etichettatura dei servizi di Google.
Almunia ha dichiarato al New York Times che ci dovrebbe essere una “scelta reale” per gli utenti. “Forse chiederemo a Google di segnalare quali sono le opzioni alternative quando mostra i risultati”, ha detto.

I DETTAGLI DELL’INDAGINE
L’indagine dell’Ue, iniziata nel novembre del 2010, ha individuato due problemi principali nelle ricerche di Google.
Il primo riguarda la mancanza di una chiara distinzione tra un link sponsorizzato e un normale risultato del motore di ricerca. La seconda preoccupazione riguarda il modo in cui Google promuove i propri servizi, rendendo i risultati dei concorrenti più difficili da trovare e meno visibili, anche quando sono più rilevanti per il consumatore.

GLI EFFETTI SUL MERCATO
La quasi totalità delle ricerche sul web passa oggi da Google, che rappresenta un’importante fonte di traffico per i servizi internet.
I servizi, a loro volta, dipendono dal traffico che generano: da quello dipendono pubblicità e investimenti.
Per questo l’Ue è molto preoccupata degli effetti distorsivi che pratiche scorrette potrebbero avere sul mercato.
La posizione di Bruxelles contrasta con la Federal Trade Commission, l’agenzia americana a tutela dei consumatori, che ha invece dato il via libera al motore di ricerca di Google.

ANDROID NEL MIRINO?
Intanto alcuni rivali del colosso di Mountain View questa settimana hanno presentato una nuova denuncia lamentando una prominenza dei servizi di Google nel sistema operativo mobile Android.
La contestazione arriva da Fairsearch, un’alleanza che include Microsoft, Nokia e Oracle.
Secondo la denuncia, il software open source Android sarebbe fornito gratuitamente ai produttori di cellulari, a condizione che questi dotino i dispositivi della suite di servizi di Google.

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