Grillo e i grillini continuano a criticare, se non a sbeffeggiare, i saggi nominati da Giorgio Napolitano, anche se la formula di tenere in vita il governo Monti li trova concordi, sulla scia della teoria di Paolo Becchi, giurista apprezzatto dagli esponenti del Movimento 5 Stelle che aveva invocato una sorta di prorogatio per il governo tecnico. Anche se adesso dal vertice parlamentare dei grillini non si nasconde qualche timore anche per la formula scelta dal Quirinale, rispetto a un incarico pieno a Pier Luigi Bersani. Evidentemente le confusione delle idee alberga anche tra i nuovisti del movimento capitanato da Beppe Grillo
L’intervista di Crimi
“Se si fosse trattato di persone esterne al sistema, avrei pensato a dei facilitatori che potessero aiutare le forze politiche a fare le cose che servono al Paese. Cosi’ non e’ stato: anche i cosiddetti esterni, Violante e Onida per la parte che riguarda le riforme istituzionali e Pitruzzella e Giovannini per quelle economiche, non sono certo nomi nuovi. Niente che ci faccia ben sperare”.
Per il capogruppo al Senato dell’M5S Vito Crimi, intervistato da Repubblica e Fatto Quotidiano, quello dei saggi e’ “un finto governo a tutti gli effetti”.
Vai avanti Bersani
“A questo punto, era meglio l’altro scenario che il presidente ci aveva prospettato: Bersani poteva andare avanti, ottenere la fiducia alla Camera, non averla al Senato, ma restare in carica per gli affari ordinari. Quanto meno – rileva Crimi – avrebbe rappresentato buona parte delle nuove Camere. E intanto il Parlamento avrebbe lavorato. Adesso, invece, siamo davanti a una specie di commissariamento”.
La sorpresa dei saggi
Crimi spiega che Napolitano non aveva accennato alla possibilità di nominare dei saggi. “Nel nostro secondo colloquio il capo dello Stato ci ha confermato che solo un governo politico poteva essere fatto. Lo ha detto senza mezzi termini. Non c’è mai stato spazio per i nostri nomi”.