Una volta c’era il bridge o il thé delle 5, ma queste donne, vanno oltre e alle chiacchiere pomeridiane con le amiche preferiscono qualche ora al poligono di tiro. Sono le socie del Pistol packing ladies, un club di donne-pistolere della Virginia, contrarie al giro di vite dei controlli sulle armi negli Stati Uniti, proposto dal presidente Obama dopo i recenti fatti di sangue come la strage di Newtown, in Connecticut.
“Quando qualcuna viene a sparare per la prima volta è sempre un po’ nervosa – spiega Teresa Ovalle, la fondatrice del gruppo – c’è anche chi è spaventato perché magari non ha mai preso in mano un’arma, ma una volta che capiscono il potere della pistola iniziano a divertirsi. Penso che questo dia loro la consapevolezza che possono autodifendersi in un modo differente”.
Proprio l’autodifesa contro possibili aggressioni, violenze, stupri e rapine è il fine ultimo del Pistol packing ladies. Non a caso, le statistiche indicano che dal 2005 al 2010 il numero di donne che possedevano un pistola negli Stati Uniti è salito del 10%. “Nessuno può dirmi che io non posso avere una cosa che ho tutto il diritto di possedere – spiega Sharon, neo-membro del club – se sono usate nel modo giusto le armi non sono affatto pericolose”.
L’addestramento continuo e metodico è, di fatto, la strada migliore per avere la giusta confidenza con le armi da fuoco. Per questo, ogni seduta di tiro al poligono è preceduta da un briefing di sicurezza di circa 40 minuti. E mentre infuria la polemica sul proliferare delle armi nel Paese, queste donne continuano ad allenarsi, convinte che “chi fa da sé, fa per tre”.