C’è chi si ritiene soddisfatto e chi si attendeva un maggior peso. Sta di fatto che la cosiddetta galassia ciellina, quel mondo che solca il movimento ecclesiale Comunione e Liberazione, l’associazione imprenditoriale Compagnia delle Opere e la Fondazione per la Sussidiarietà, può ritenersi nel complesso soddisfatta.
L’eclissi in Lombardia dell’era di Roberto Formigoni, principale esponente di punta per decenni della galassia, poteva far presagire un destino non esaltamente per i ciellini nei Palazzi della politica romana. Tanto più che le divisioni pre elettorali avevano fatto scricchiolare la graniticità di intenti. A cose fatte, le divisioni hanno nel complesso fruttato risultati non secondari.
Nella compagine ministeriale del governo di Enrico Letta ci sono esponenti di rilievo della galassia ciellina. C’è ad esempio Mario Mauro, neo titolare della Difesa, che dopo aver lasciato il Pdl è stato eletto in Scelta Civica fondata da Mario Monti. Mauro, a differenza di molti altri politici ciellini che ha preferito restare nel Pdl capitanato da Silvio Berlusconi, si è sentito più in sintonia con la Fondazione per la Sussidiarietà di Giorgio Vittadini per una opzione più centrista e meno berlusconian-radicale. Nel governo c’è pure un’altra personalità di rilievo del mondo che fa riferimento sia a Comunione e Liberazione che alla compagnia delle Opere, ovvero Maurizio Lupi, ora titolare del dicastero delle Infrastrutture.
C’è però chi sottolinea che né Mauro né Lupi sono stati destinati a ministeri “sensibili” per la galassia ciellina come si possono considerare i dicasteri dell’Istruzione o della Sanità. E c’è invece chi ricorda come sia Mauro che Lupi, oltre allo stesso Enrico Letta e ad Angelino Alfano, fanno parte di quell’intergruppo della sussidiarietà che di sicuro rivestirà un ruolo primario nel rinsaldare, in maniera bipartisan, anzi tripartisan, l’esecutivo.