Giovani e donne. Queste le parole più ricorrenti utilizzate dai giornali per parlare del neo nato governo di Enrico Letta.
E se, come è ovvio, pagine su pagine vengono dedicate alla nuova squadra di 21 ministri, alle loro biografie, a ciò che li attende, a volte basta solo una parola per sintetizzare il tutto.
Così Libero diretto da Maurizio Belpietro sceglie come definizione “governino” e l’immagine di un Enrico Letta in versione “nano” di Biancaneve e lo bolla come “esecutivo debolissimo”.
Sempre tra i giornali vicini al centrodestra, il Giornale di Alessandro Sallusti opta per “Governo Dc, fine dei comunisti” perché “Letta e Alfano varano una riedizione del della Democrazia Cristiana”.
A sinistra, il Fatto Quotidiano lo descrive come “governo Napolitano dell’inciucio” perché “gli elettori Pd sono stati svenduti al Caimano”, mentre il Manifesto sceglie un primo piano dello sguardo di Silvio Berlusconi e il titolo a nove colonne: “Siamo a cavallo”.