Tutte le spese effettuate con la carta di credito finiranno automaticamente nell’anagrafe tributaria, una per una. La grande banca dati del fisco sarà quindi informata dei dettagli più insignificanti della vita del contribuente. Anche gli accessi alle cassette di sicurezza saranno contati ed evidenziati nella trasmissione annuale che le banche e gli altri intermediari finanziari faranno a partire dai dati del 2011. E così il saldo attivo e passivo di tutte le operazioni registrate sia sul conto corrente sia sul deposito titoli. Per farla breve, quello che una volta era il segreto bancario si è ribaltato nel suo contrario, la trasparenza più assoluta.
L’operazione è in rampa di lancio da qualche tempo. Venerdì scorso c’è stata la firma del direttore dell’Agenzia delle entrate sul provvedimento che ha spiegato agli intermediari finanziari le modalità di trasmissione dei numeri che registrano praticamente tutte le più importanti scelte economiche degli italiani. Il dubbio più importante da sciogliere riguarda la modalità di trasmissione dei conti scudati. Non si è ancora deciso se chiedere una trasmissione a saldo zero oppure obbligare anche all’indicazione dei saldi: in questo caso ci sarebbe un’ennesima prova che non conviene fidarsi dello Stato, che prima promette l’anonimato, poi ti fa pagare una tassa per restare anonimo e poi ti toglie comunque ogni copertura.
L’elenco provvisorio dei dati che finiranno nell’anagrafe tributaria è pubblicato alle pagine 4 e 5. E’ così dettagliato da non lasciare all’evasore alcuna possibilità di fuga. Non solo. Questi dati saranno incrociati con gli altri già presenti nell’anagrafe tributaria, per esempio quelli del redditometro, e dovrebbero portare alla formazione di liste di presunti evasori sempre più precise. Il sacrificio completo della privacy dei cittadini-contribuenti viene giustificato con le esigenze sempre più pressanti della lotta all’evasione e con l’argomentazione che chi non evade e non ricicla denaro sporco non avrà nulla da temere.
Ps. Poiché è assurdo spremere i cittadini e poi sprecare il denaro pubblico, il sacrificio della privacy dei contribuenti dovrebbe essere bilanciato da una analoga trasparenza assoluta delle entrate e delle uscite dei politici e dei burocrati. Tutti i loro movimenti bancari andrebbero segnalati ad una banca dati, magari gestita dalla guardia di finanza, con accesso limitato a qualche decina di giornalisti, di associazioni di consumatori, di pubblici ministeri, di detective della corte dei conti. I cani da guardia antispreco. I servitori dello Stato onesti non dovrebbero avere nulla da temere.