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Gli enti locali cinesi sono fabbriche di debito occulto

Il debito degli enti locali cinesi è fuori controllo e rischia di innescare una crisi più grave del crollo del mercato immobiliare. A lanciare l’allarme in un’intervista al Financial Times è il consulente Zhang Ke, numero uno della società di auditing ShineWing. Loro stessi, ha ammesso, hanno interrotto i collocamenti dei titoli dei governi locali cinesi perché ritenuti pericolosi, come emerso dalle consulenze su questo genere di prodotti.

Come nota il quotidiano londinese, sia il Fondo monetario internazionale sia le banche d’investimento internazionali sia le agenzie di rating avevano espresso le proprie preoccupazioni sui debiti del Dragone, ma rare sono simili affermazioni da figure del mondo finanziario cinese. “Una crisi è possibile” dice Zhang che tuttavia sottolinea come i tempi siano incerti.

I debiti dei governi locali sono andati crescendo dal 2008, quando la Cina ha provato a rispondere alla crisi finanziaria globale con un pacchetto di stimolo che andò in particolare in infrastrutture e costruzioni e imponendo alla banche di immettere liquidità nel sistema.

Attualmente si stima che i titoli emessi dalle varie autonomie locali cinesi, regioni, città, cittadine e province raggiunta tra 10mila e 20mila miliardi di yuan, ovvero tra 1.600 e 3.200 miliardi di dollari, pari al 20-40 per cento del prodotto interno lordo della seconda economia al mondo. I commenti di Zhang arrivano inoltre a una settimana dalla decisione di Fitch di declassare il debito cinese per la prima volta dal 1999. Seguita da Moodys che martedì ha portato l’outlook da positivo a stabile.

Ai governi locali è vietato l’accesso diretto ai finanziamenti diretti. Per aggirare il divieto sono state pensate agenzie semi-pubbliche,  le cosiddette LIC (Local Investment Companies), che emettono bond i quali offreno come garanzia la terra, di proprietà dello Stato in Cina e asset privilegiato, e ottengono così prestiti per finanziare opere pubbliche  e progetti immobiliari.

Nel primo trimestre ne sono stati emessi per 283 miliardi di yuan, più del doppio rispetto ad un anno. Secondo Zhang l’allarme è scattato quando le piccole città e le contee minori si sono accorti che questo era un sistema facile per accedere a finanziamenti.

A dicembre il governo ha cercato di correre ai ripari con nuovi parametri per l’emissione di bond delle piattaforme finanziarie. In base alle nuove norme edifici amministrativi, scuole, ospedali e parchi non potranno essere usati come garanzia.

Fino ad ora i debiti delle amministrazioni locali avevano sempre ricevuto un rating alto, perché in quanto legati ai governi erano ritenuti sicuri. Una convinzione che sta cambiando. L’accortezza di Zhang, scrive Ft, fa quindi parte del tentativo delle società cinesi di auditing di competere con i rivali del settore e imporsi anche all’estero.


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