La lunga fase pre- elezioni si annuncia tesa e densa di polemiche. Sarebbe importante se, in un quadro di turbamento generale, il premier dimissionario, Mario Monti, e i leader dei partiti, che hanno assicurato per un anno i voti in Parlamento al suo governo, concordemente, si ritrovassero almeno su un punto, delicato e importante. Il riconoscimento del ruolo di garante delle istituzioni, sinora svolto, con equilibrio e saggezza, dal Presidente della Repubblica.
A Giorgio Napolitano-che dovrà incaricare di formare il nuovo esecutivo il candidato premier dello schieramento, che vincerà le elezioni -in considerazione delle difficoltà politiche e della necessità di un arbitro, attento e imparziale, i capi delle formazioni più consistenti dovebbero rivolgere un appello a restare al Quirinale. Una rielezione “a tempo”, sin quando il Paese avrà ritrovato gli standard di stabilità economica, rassicuranti per i cittadini e per i nostri partner in Europa. Quando l’Italia si avvierà verso la auspicata fase di normalità politica e riprenderà la dialettica democratica, Il Presidente deciderà che il suo mandato si è concluso. E il Parlamento si riunirà per eleggere il successore del senatore Napolitano, ringraziando l’ex inquilino svolto per aver rafforzato le istituzioni, in una delle fasi più tempestose della Repubblica.
Pietro Mancini
Editoriale pubblicato da “Calabria Ora” il 27 dicembre del 2012