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In Portogallo l’austerità non conosce limiti

Il premier portoghese. Pedro Passos Coelho, ha annunciato ulteriori drastici tagli alla spesa pubblica dopo la decisione della Corte costituzionale di respingere come “discriminatorie” diverse misure di austerità iscritte nel bilancio 2013. Fra queste vi erano la soppressione della 14esima degli stipendi dei funzionari e delle pensioni e la riduzione delle indennità di disoccupazione e di malattia. Una decisione che priva il governo di 1,3 miliardi di risorse.

Con una dichiarazione solenne alla Nazione, ieri il capo dell’esecutivo ha sottolineato che non vi saranno nuovi aumenti delle tasse ma che dovranno essere delle misure per “contenere la spesa pubblica nei settori della previdenza sociale, della sanità e dell’educazione”.

Il premier, che ha ricevuto un monito ieri da parte della Commissione europea, ha spiegato che il Portogallo non ha più la certezza di ricevere dai suoi creditori una nuova tranche di aiuti, nella cornice del prestito complessivo di 78 miliardi di euro, come previsto ad inizio marzo. Ma, ha continuato il premier, il Paese deve evitare di dover negoziare un secondo piano di salvataggio con i partner europei e l’Fmi e quindi “il governo intende rispettare tutti gli obiettivi del programam di aiuti e ribadisce il rispetto degli impegni presi, tanto a livello interno che estero dallo Stato portoghese”.

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