Nell’Innovation Scoreboard 2013, l’Italia figura solo tra gli “innovatori moderati”: le nostre prestazioni inferiori alla media europea ci collocano nel club dei meno competitivi, con Paesi quali Spagna, Portogallo, Grecia, Malta e Lituania, lontani dai leader Svezia, Germania, Danimarca e Finlandia e anche dai “followers” come Paesi Bassi, Regno Unito, Francia, Slovenia, Cipro, Estonia.
Il nostro 16mo posto nella classifica Ue che misura tasso d’innovazione, ricerca, brevetti e dottorandi si deve soprattutto al ritardo negli investimenti per l’innovazione del settore pubblico e industriale. Solo l’1,3% del Pil è speso in R&D contro il 2% della media Ue e il 3% dei grandi innnovatori, mentre il venture capital è in calo dell’8,2%.
In Italia, però, riconosce lo studio, c’è un’elevata disponibilità di capitale umano ad alta specializzazione. Non stupisce che sia della Scuola Superiore Sant’Anna (in collaborazione con Cnit ed Ericsson) la tecnologia per la trasmissione ottica dei dati a 1 Terabit: i ricercatori di Pisa hanno più che raddoppiato nei giorni scorsi il loro stesso record mondiale e introdotto per la prima volta al mondo tecniche innovative di elaborazione dei segnali e di codifica, nonché dimostrato – sempre per la prima volta al mondo – che gli apparati di ultima generazione progettati e realizzati a Pisa per funzionare fino a 448 Gigabit al secondo per canale, possono essere impiegati nei sistemi reali.
Italiano anche il progetto, pubblicato dalla rivista americana Science, che indica come risparmiare fino all’80% dell’energia consumata da Internet; è firmato da Diego Reforgiato, ricercatore dell’Università di Catania, che ha al suo attivo tra l’altro il premio Computer World 2006 dell’Università del Maryland; il premio Working Capital 2012 di Telecom Italia (insieme a due collaboratori) per il progetto “Green Home Gateway”; e l’avvio della società R2M Solutions con cui ha proposto alla Commissione Ue diversi progetti ecosostenibili.