Una Coppa Italia per salvare stagione e, forse, panchina. In questo anno e rotto da allenatore dell’Inter Andrea Stramaccioni ha vissuto tante vigilie agitate, ma nessuna come questa. La partita con la Roma, valida per la semifinale di ritorno della coppa nazionale, vale tanto, anzi tutto. In gioco c’è una stagione balorda che potrebbe chiudersi con un pizzico di soddisfazione, ma soprattutto il progetto per l’anno prossimo, che vede Strama sempre più ai margini. La panchina dell’Inter D.M. (dopo Mourinho), la più calda d’Italia, ha fagocitato 4 allenatori e ora rischia di fare lo stesso con lui, il quinto della (sfortunata) serie. Forse nemmeno la semifinale odierna potrebbe salvarlo dall’ira di Moratti, a meno che…il presidente nerazzurro non decida di sfogare la sua ira su altri obiettivi. Se i nerazzurri vanno così male sia sul campo (il prossimo, a meno di miracoli, sarà il secondo anno di fila senza Champions League) che nel bilancio (il passivo è di oltre 60 milioni) non può essere solo colpa degli allenatori. Ai problemi tecnici poi si sono aggiunti (sempre nel dopo Mourinho) quelli medico-atletici. Gli infortuni sono tantissimi e, tolti quelli traumatici, spiccano i muscolari, riconducibili, oltre all’età avanzata di alcuni giocatori, alla preparazione fisica dello staff. C’è una società da ridisegnare, negli uomini e nelle idee. A semplificare le cose potrebbe essere un socio forte, in grado di rimpolpare le casse di Moratti, ma all’orizzonte non si vede (parliamo di Inter, la Saras è un’altra cosa), anche perché nessuno ambisce ad un pacchetto di minoranza. Insomma, a guardar bene i problemi vanno ben oltre Stramaccioni, il quale ci ha comunque messo del suo per complicare una stagione che sembrava poter regalare diverse soddisfazioni. Scarso potere nello spogliatoio (dominato da una vecchia guardia argentina che, Mourinho a parte, ha tritato tecnici su tecnici), minestroni tattici e poca umiltà le colpe di un allenatore bravo, ma inesperto, dunque inadatto ad una panchina tanto prestigiosa quanto traballante per natura.
Se l’Inter si gioca molto, lo stesso discorso vale per la Roma. Anche qui siamo di fronte ad una stagione anonima, fatta di molte ombre (su tutte Zeman, accolto come un vate e messo alla porta senza tanti complimenti) e poche luci (l’eterno Totti e il giovane Lamela). Il progetto americano, arrivato al secondo anno, non decolla, nonostante i milioni di euro spesi (oltre 82 in due anni) e la passione di una città che vive letteralmente di calcio. Sotto accusa Franco Baldini e Walter Sabatini, prigionieri del loro voler stupire a tutti i costi (vedi Luis Enrique, ma anche lo stesso Zeman), che, ironia della sorte, potrebbero trovare un po’ di soddisfazione con Andreazzoli, il più “normale” degli allenatori. Dopo tanti esotismi la Roma è stata costretta ad affidarsi a lui, con risultati davvero soddisfacenti. Un insegnamento per il futuro? Staremo a vedere, ma certo la prossima sarà la stagione della verità. Molto però dipenderà da come finirà questa. Dunque anche, se non solo, da Inter-Roma.
Inter-Roma, in gioco non c’è solo la Coppa Italia.
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