A mente fredda fa un po’ meno male. La sconfitta della Juventus a Monaco resta brutta, ma forse la situazione non è ancora compromessa del tutto. Certo, per realizzare la rimonta (ah proposito, perché usare termini spagnoli quando ne abbiamo già nella nostra lingua?) serviranno tutta una serie di eventi favorevoli, ma l’impresa (perché di impresa si tratterebbe) è possibile.
La partita dell’Allianz Arena è stata persa prima di tutto dal punto di vista atletico. Già, quello che in Italia è il punto di forza della Juventus si è rivelato il tallone d’Achille. Il Bayern ha giocato ad un ritmo forsennato, fatto di pressing alto (vero Pirlo?) e aggressività. E se a queste caratteristiche aggiungete anche la tecnica (e i tedeschi ne hanno da vendere) il gioco è fatto. Se vuole ribaltare il risultato la Juve dovrà anzitutto schiacciare il Bayern dal punto di vista atletico, annebbiandone le idee e inaridendone le fonti di gioco. Già, facile a dirsi, un po’ meno a farsi. Però a guardar bene Antonio Conte qualche carta da giocare ce l’ha. Sabato la Juve affronterà il Pescara, ultimo in classifica in un campionato che sembra già in saccoccia. Per carità, il rispetto va dato ad ogni avversario, ma per una volta mettiamo da parte l’ipocrisia: il calendario consentirà un turnover imponente e massiccio. Direte voi: ma se i bianconeri hanno il campionato in discesa, cosa dire allora del Bayern, primo con 20 punti di vantaggio sul Borussia Dortmund? Ai tedeschi basta un punto per alzare al cielo il “Meisterschale”, piatto d’argento che spetta a chi vince la Bundesliga, e a dire il vero non solo quello. Come ammesso candidamente da Schweinsteiger prima della gara d’andata, se il Bayern avesse vinto il campionato sabato scorso la festa sarebbe stata a base di litri e litri di birra, con buona pace dell’impegno di Champions. E siccome non è successo,la Juve incroci le dita: se a Francoforte sarà almeno pareggio, il malto scorrerà a fiumi.
Va poi messo in conto il solito difetto dei tedeschi: l’altezzosità. Avranno anche tanti pregi questi teutonici, ma tra questi non annoverano di certo l’umiltà. Beckenbauer che dà a Buffon del pensionato è solo l’ultima provocazione di un popolo che ci provoca da sempre, anche (se non soprattutto) perché ci teme. Troppa euforia, gambe molli e una buona dose di sbruffonaggine.La Juvesa che di fronte potrebbe trovarsi tutto questo, un bell’antidoto ai vari Robben, Ribery e Müller. Non è ancora il momento di sorridere, ma può bastare per smettere di piangere.