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Krugman stronca il Bitcoin

Il Bitcoin? La dimostrazione di come la gente fraintenda il denaro”.

A stroncare la moneta digitale, ormai oggetto del desiderio e bene rifugio di tantissimi investitori, è il premio Nobel Paul Krugman, che in un editoriale sul New York Times analizza la folle corsa degli ultimi mesi verso la valuta senza bandiera.

Il Bitcoin è rappresentato da una successione di numeri che possono essere virtualmente posseduti e ceduti da individui e organizzazioni. Per ora, la moneta è usata essenzialmente per pagamenti fatti da rivenditori marginali o transazioni illegali, ma è sempre più accettata. E l’attività delle organizzazioni che scambiano bitcoin come moneta corrente sta per essere equiparata a quella bancaria.

Nel corso di meno di due settimane – commenta l’economista americano – il prezzo della “moneta digitale” è più che triplicato. Poi è sceso di oltre il 50% in poche ore. Improvvisamente, si sentiva come se fossimo di nuovo nella ‘dot-com era’, la ‘bolla di internet’”.
Un’altalena di nessuna importanza economica per Krugman, ma che insegna come le persone siano “ingannate dal desiderio di separare il valore del denaro dalla società in cui si usa“.

TRANSAZIONI NON TRACCIABILI
Per l’economista americano il Bitcoin sarebbe assolutamente inutile se non avesse il pregio (o il difetto, dipende dai punti di vista) di non essere tracciabile.
Ci sono già metodi come Paypal che consentono già di fare transazioni online, ma il Bitcoin, a differenza delle carte di credito, è progettato per essere anonimo. È un po’ come scambiare un sacchetto di carta pieno di biglietti da 100 dollari in un vicolo scuro. Infatti, chiunque può testimoniare che l’uso maggiore che se n’è fatto finora è stato per scambi illegali”.

GLI (EX) AMICI DI ZUCKERBERG PUNTANO SUL BITCOIN
I maggiori investitori dichiarati in bitcoin sono i fratelli Winklevoss, i due ricchi gemelli che hanno vinto una causa per una quota di Facebook e sono stati resi celebri dal film “The Social Network”. “Abbiamo scelto”, ha dichiarato Tyler Winklevoss di recente, “di mettere i nostri soldi e la nostra fiducia in un quadro matematico che è libero dalla politica e dall’errore umano”.

LO STRANO VALORE DELLA MONETA DIGITALE
Gli amanti del Bitcoin – rileva Krugman – condividono sia la politica e la convinzione libertaria che i governi stiano di gran lunga abusando del proprio potere di stampare denaro. “Allo stesso tempo – aggiunge – è molto particolare, poiché i bitcoin hanno un valore evocato dal nulla. A differenza di oro e banconote il valore di questa moneta digitale deriva dalla convinzione che gli altri la accettino come metodo di pagamento“.

GLI EQUIVOCI FILOSOFICI E PRATICI DELLA NUOVA VALUTA
Dietro il Bitcoin ci sarebbero per l’economista americano almeno due equivoci. Uno, di ordine pratico, è l’idea che “viviamo in un’epoca in cui, a causa dell’inflazione galoppante, è del tutto irresponsabile stampare denaro” Convinzione errata per Krugman, che ritiene si tratti solo di una misura temporanea per far fronte alla crisi economica.
L’altro equivoco è invece di natura filosofica è che, contrariamente a quello che pensano gli amanti della moneta digitale, nemmeno il Bitcoin è scevro dalla fragilità e dall’errore umano. “È un sogno quasi impossibile – è convinto Krugman – perché come ha detto Paul Samuelson il denaro è un ‘congegno sociale’, non è qualcosa che sta al di fuori della società”. La domanda, però, è sempre la stessa. Abbiamo bisogno o no di una nuova forma di denaro? “Ne avremmo se quella esistente non funzionasse, ma non è così. Abbiamo grandi problemi economici, ma i pezzi di carta verdi vanno ancora bene”, conclude l’economista americano.

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