Le prime misurazioni segnalano che il peso di Alternative fűr Deutschland (AfD) non mette in discussione il peso dei partiti tradizionali come CDU o SPD. Di recente un vecchio volpone delle borse mondiali, George Soros, ha dichiarato pubblicamente che i tedeschi non vogliono l’euro.
Alla luce di recenti sondaggi ufficiali – precedenti, si badi bene, le sue dichiarazioni – Soros ha mentito. È possibile, tuttavia, che abbia lanciato una profezia auto-avverante. Da un lato, infatti, è alquanto difficile che a settembre di quest’anno si ripeta in salsa germanica uno tsunami grillino, capace di spolpare al tempo stesso PD, PDL e Lega dei loro voti e di indurre il PD a una velleitaria serie di corteggiamenti su governo e capo dello Stato.
Rispetto al M5S italiano, AfD si presenta come una forza moderata dall’agenda anti-Euro e con toni risoluti ma pacati. Dall’altro lato, nelle principali piazze finanziarie si tengono d’occhio con particolare attenzione proprio formazioni di questo tipo (come il britannico Independence Party). L’affermazione di un’agenda anti-euro moderata è infatti potenzialmente in grado di convincere i partiti principali a lanciarsi in un crescendo antieuropeista.
I partiti anti-euro moderati, dunque, si presentano come il proverbiale seme della discordia, che può originare robusti alberi o addirittura foreste. Tutto dipende da eventuali accelerazioni nella retorica anti-euro, uno scenario finora sotto controllo soprattutto grazie al lavorio sottotraccia della BCE. Ma gli umori politici sono un preparato chimico notoriamente instabile, che può esplodere in base al combinato disposto di estati agitate da disoccupazione e tasse ed esiti elettorali tedeschi.
Il rischio, da settembre di quest’anno, è quello di un crescendo anti-euro anche da parte delle formazioni moderate, con un climax che si può immaginare coincidente con le elezioni europee del giugno 2014. In mezzo, non poche tappe intermedie, come le scadenze di emissioni e rimborsi dei titoli di Stato e gli inevitabili batticuore per le economie più grandi del Continente, Francia in primis.