Grazie all’autorizzazione dell’autore, pubblichiamo l’editoriale di Pierluigi Magnaschi sul numero odierno del quotidiano Italia Oggi del gruppo Class Editori.
I politici gallonati, ma soprattutto Pierluigi Bersani che di mestiere ha sempre fatto solo questo e che quindi si riteneva più smaliziato degli altri, hanno preso un abbaglio grande come una casa nei confronti del Movimento 5 Stelle. Tutti infatti hanno immaginato (anche sulla base di una consolidata esperienza, bisogna pur dirlo) che il Movimento di Beppe Grillo fosse come la Lega Nord di Umberto Bossi o l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Cioè una «new entry» che faceva un sacco di cagnara per far sentire che c’era e perché, quindi, chi era già attovagliato da tempo si stringesse un poco per concedere anche a lei un posto a tavola.
E sulla base di questa supposizione che Pier Luigi Bersani ha fatto il San Sebastiano nei confronti di Grillo, convinto che le frecce e gli insulti che il comico ligure continuamente gli schiaffava addosso facessero parte del copione per giustificare, davanti ai suoi elettori, la successiva e, per Bersani, «inevitabile» intesa. Non a caso, di fronte a Massimo Giannini di la Repubblica che, stupito, gli chiedeva come mai si ostinasse a dare udienza a uno che lo definiva «un morto che cammina», Bersani rispose, seraficamente: «Mi aspettavo che Grillo rispondesse così. Ma sbaglia di grosso, se pensa di avere davanti uno che si impressiona. A Grillo voglio solo dire che accolgo il suggerimento di Vasco Rossi. “Fottitene dell’orgoglio”».
Insomma Bersani, in sostanza, ha detto che si adattava a fare da sputacchiera di Grillo, pur di tirarlo dalla sua parte. Ma Grillo, nel suo blog di mercoledì scorso, 3 aprile, ha ripetuto, in modo ancor più chiaro, quella che è la sua linea politica, la ragione di fondo del suo Movimento, con una prosa che si può condividere o meno, ma che ha anche il merito di essere comprensibile. Grillo infatti ha scritto, immaginando di rivolgersi a un elettore del suo movimento: «Perché hai votato 5Stelle? Per fare un governo con i vecchi partiti? Per votare il meno peggio? Per spartire poltrone? Se hai votato per il M5S anche soltanto per uno di questi punti, hai sbagliato voto. La prossima volta vota per un partito». Bersani, ostinandosi a non voler capire, e credendo di trovarsi davanti a un partito che cercava solo un’elemosina di potere, ha gettato al vento un mese di trattative per formare il nuovo governo. Bell’exploit.