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Oxford sbugiarda Grillo sui contributi statali alla stampa italiana. Ferrara del Foglio gongola

Travolti dalla lotta alla Casta portata avanti dal Movimento 5 stelle potrebbero non essere solo i rimborsi ai partiti politici. Nella schiera di contributi pubblici nel mirino di Beppe Grillo ci sono da tempo quelli all’editoria.

Il comico genovese non ha mai mancato di denunciare pubblicamente le misure a sostegno del settore, che considera una fonte di sperpero.
A ben guardare i dati, però, l’Italia non è per nulla un’anomalia nel panorama europeo, ma anzi rappresenta uno dei Paesi occidentali che al di fuori degli Stati Uniti spende meno nel sostegno ai media.

A dichiararlo non è l’Ordine dei giornalisti, né tanto meno la Federazione nazionale della stampa italiana, ma una ricerca del Reuters Institute for the study of journalism dell’università di Oxford.

In Finlandia, la nazione in Europa che investe più nei media, la spesa annua pro-capite per tutto il settore ammonta a 130,7 euro. Il Paese scandinavo è seguito in questa speciale classifica da Germania (94,9 euro), Regno Unito (80,4 euro) e Francia (68,5 euro).
Solo dopo arriva l’Italia che – rivela lo studio – costituisce il fanalino di coda con il suo contributo annuo pro-capite di 43,3 euro.

LA POLEMICA A DISTANZA TRA FERRARA E GRILLO
Beppe Grillo ha ingaggiato da tempo una personale battaglia contro giornali e giornalisti italiani.
Sono tantissime le sue dichiarazioni – ultima in ordine di tempo quella contro il giornalista Vasco Pirri dell’agenzia Italpress – che dipingono gli addetti ai lavori della stampa come organici al potere. Da qui la sua volontà di non rilasciare interviste a testate italiane, ma di comunicare solo attraverso internet o la stampa estera.

Basta con i soldi pubblici ai giornali pubblicava Grillo sul suo blog – per ascoltare le opinioni personali di Ferrara (Foglio) o Polito (Il Riformista) o per dar fiato a Mastella, a Fini o a Bersani o per essere usati per killeraggio politico o per pagare lo stipendio a Belpietro. I parassiti dell’informazione sono mantenuti ancora per un altro anno dalle nostre tasse grazie ai partiti. Carta stampata neppure buona per pulirsi il culo”.

Tirato in ballo dal comico genovese, Giuliano Ferrara è uno dei sostenitori dei contributi pubblici all’editoria: “La libertà di stampa – è convinto il direttore del Foglio – non è garantita dai giornalisti, come a torto si pensa correntemente, ma dagli editori” e dal loro pluralismo. “Le sovvenzioni pubbliche all’editoria permettono la moltiplicazione degli editori, dunque aiutano la libertà di stampa in termini di varietà della scelta, rappresentanza di minoranze e gruppi particolari”.

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