Gli utili del primo trimestre scendono, per Fiat e anche per Chrysler. Ed è specialmente il risultato della casa automobilistica di Detroit a lasciare l’amaro in bocca, potendo contare su un mercato, quello americano, comunque molto più vivace di quello europeo. L’ad di Fiat, Sergio Marchionne, ha confermato gli obiettivi per il 2013 per il gruppo, così come la volontà di puntare dritto alla fusione Fiat-Chrysler attraverso l’acquisto della quota del fondo Veba e l’Ipo, probabilmente a Wall Street.
I risultati di Fiat
Utile netto in calo a 31 milioni di euro per il gruppo Fiat nel primo trimestre del 2013 a fronte di 262 milioni dello stesso periodo del 2012. I ricavi, pari a 19,8 miliardi di euro, sono in calo del 2%, ma in linea con lo scorso anno a parità di cambi di conversione.
Le previsioni per il 2013
Il gruppo ha confermato i propri obiettivi per il 2013, con ricavi nell’intervallo tra 88 e 92 miliardi di euro; utile della gestione ordinaria nell’intervallo tra 4 e 4,5 miliardi di euro; utile netto nell’intervallo tra 1,2 e 1,5 miliardi di euro; indebitamento netto industriale di circa 7 miliardi di euro.
I numeri di Chrysler
In scia a un calo delle consegne e a costi legati al lancio di nuovi veicoli, il gruppo Chrysler ha archiviato il primo trimestre del 2013 con utili netti a 166 milioni di dollari, in calo del 64,9% rispetto ai 473 milioni di dollari registrati nello stesso periodo dell’anno scorso. Confermate le guidance per l’anno.
I dati inferiori alle attese
“L’unica cosa incoraggiante è la generazione di liquidità, mentre la quota di mercato negli Stati Uniti resta forte”. Marchionne, parlando di numeri non spettacolari nel trimestre, ha anche osservato per la prima volta: “speravamo in qualcosa di meglio”. Confermando poi i target, Marchionne ha precisato che raggiungerli “non sarà una passeggiata”. “Il resto del 2013 sarà pieno di sfide, ma grazie alla nostra offerta di prodotti e alla migliorata rete di vendita vedo un buon livello di successo. Il secondo trimestre resta per noi molto importante a livello di volumi “, ha detto l’ad confermando i target del gruppo per l’intero 2013.
L’accordo Veba-Chrysler
“Il dialogo rimane aperto” e Marchionne, presidente e ad di Chrysler, si è detto “fiducioso” che si raggiunga un accordo con il fondo Veba sulla quota Chrysler. Marchionne ha inoltre ribadito che riconosce “l’interesse di Veba di monetizzare la propria quota Chrysler” (41,5%) ma ha anche osservato che “si deve trovare un modo per far incontrare aspettative e valore” reale della quota.
La fiducia di Marchionne sul raggiungimento dell’accordo con Veba
Il manager non si è comunque sbilanciato sul modo in cui il Lingotto arriverà a controllare interamente la Chrysler. “E’ una storia che verrà scritta”, ha affermato. Il nodo sulle divergenze di valutazione della quota Chrysler, circa il 41%, in mano a Veba, verrà sciolto dal giudice della corte del Delaware. Un dettaglio che non mina la fiducia che nutre Marchionne sul fatto che un accordo tra Veba e il Lingotto andrà in porto. “Sono fiducioso” ha detto il manager italo-canadese, spiegando poi gli step o call option che porteranno Fiat a salire in Chrysler.
Marchionne ha poi ribadito che l’integrazione tra Torino e Detroit può contare su sufficiente liquidità. E scherza in conference call con gli analisti: “L’ultima volta che ho controllato, in banca c’erano i soldi”.
L’Ipo e la quotazione a New York
“Continuiamo a lavorare con Veba e sull’opzione Ipo”, ha detto. Marchionne ha poi definito New York “il mercato dei capitali più efficiente sul quale posso operare”, sottolineando che la città “sarebbe la mia preferenza”, rispondendo ad un analista che gli domandava dove avrebbe preferito quotare la società che nascerà dalla fusione tra Fiat e Chrysler.