“Voglio bene al Pd, ma prima ancora voglio bene all’Italia. E non riesco a restare in silenzio di fronte allo spettacolo di una politica che continua a pescare la carta ‘tornate al vicolo corto’”. La summa del Renzi pensiero in questo momento sta tutta qui. Intervistato dal Corriere della Sera e da Repubblica, il sindaco di Firenze sancisce definitivamente la fine della tregua post-primarie. Il periodo della lealtà verso Pier Luigi Bersani è finito ed ora è tempo di suonare la sveglia a un Partito che sembra sopito di fronte a un Paese che “muore”.
Il tempo scorre… anche per lui
Il suo j’accuse alla politica “che sta perdendo tempo” è in realtà un monito anche verso se stesso perché “Matteo” sa che “ora o mai più”, questo è il suo momento, quello in cui i sondaggi lo danno all’apice della popolarità ma come ogni parabola ascendente, ce n’è una anche discendente e bisogna cogliere l’attimo.
L’aut aut al Pd
Per questo lancia l’aut aut a Bersani: “Il Pd deve decidere: o Berlusconi è il capo degli impresentabili, e allora chiediamo di andare a votare subito; oppure Berlusconi è un interlocutore perché ha preso dieci milioni di voti” e allora si può fare un governo con il Pdl”. Una resa dei conti che piace al Pdl ma che fa infuriare il suo partito. E se Bersani per ora tace, il suo cerchio di fedelissimi risponde: “Il governissimo lo faccia lui. Questa non è la linea ufficiale del partito”.
Con le primarie
Renzi sembra curarsi poco delle critiche e si pregusta la bellezza della nuova sfida. Oggi agli Screenings della Rai a Firenze, ha fatto un elogio della competizione: “Sembra che la competizione faccia paura, ma non è così, la competizione è bellezza. Essa non può far paura, purché si viva la lealtà del confronto. Bisogna imparare a saper perdere, ma anche vincere”. Ma il punto è che in caso di elezioni a giugno non è detto che ci sia il tempo e la voglia da parte del Pd di organizzare una nuova sfida. I bersaniani puntano a una nuova corsa del loro leader mentre secondo Renzi le primarie “si possono convocare anche in tempi brevi”. E lui assicura che ci sarà.
Senza primarie
E se le primarie non dovessero avere luogo? Renzi sembra avere in serbo un piano B. Lo rivela Fabrizio Rondolino oggi sul Giornale. Il nome non c’è ancora ma si tratterebbe di una forza trasversale ai partiti, che va dai moderati del Pd a Scelta civica fino agli scontenti di Berlusconi. Del resto “Matteo” ha rivendicato il “diritto e dovere di parlare a chi segue Amici, che non è meno italiano dei radical chic che mi criticano”.
Il partitone anti-Grillo
Un partitone anti-Grillo di cui Formiche.net aveva parlato nelle scorse settimane, quando il sindaco di Firenze si incontrò con Mario Monti subito dopo le elezioni. I consensi per questo progetto già si fanno sentire. Ieri l’endorsement di Italia Futura al sindaco di Firenze “il primo politico, dopo settimane di dichiarazioni e tattiche incomprensibili da parte di tutti i partiti politici, a dire in termini chiari quello che va detto: non c’è più tempo”. Oggi l’appello di Romano Perissinotto, membro di Italia Futura Lombardia, affinché “il guascone toscano, da vero pioniere, possa dialogare con il diavolo brianzolo (che poi tanto diavolo non è se non nel cuore milanista), e con quella parte di Italia Futura evidentemente delusa dal movimento montiano”. E su Twitter si moltiplicano i tifosi del piano B renziano. Sergio Scalpelli, esponente di spicco della cultura e dell’imprenditoria milanese, ora top manager di Fastweb, li chiama a raccolta tutti con un cinguettio: “ottima intervista di Renzi al Corriere. A quelli di IF, Fare, Scelta civica..mollare gli ormeggi, unire i riformatori, aiutare Renzi!”