Skip to main content

Le nuove sette classi sociali del Regno Unito

Il mondo sta cambiando e con lui la stessa società. Nel Regno Unito sono consapevoli di questo mutamento e hanno inventato una nuova classifica delle classi sociali. Non ci saranno più le tradizionali etichette “classe alta”, “classe media” e “classe lavoratrice” che, secondo le ricerche, includono soltanto il 39% della popolazione.

Il nuovo modello è stato presentato oggi dalla British Sociological Association e include sette categorie:

Élite: è il gruppo più privilegiato. Si differenza per la sua ricchezza e ha i massimi parametri economici, sociali e culturali.

Classe media stabilita: È la secondo in tre parametri. Appartiene a questo gruppo circa il 25% della popolazione britannica.

Classe media tecnica: Un gruppo piccolo e nuovo che si distingue per essere economicamente prospero ma continua ad avere un basso livello sociale e culturale. È socialmente isolato e culturalmente apatico.

Nuova classe lavoratrice ricca: Una classe molto attiva culturalmente e socialmente e con una ricchezza economica moderata.

Classe lavoratrice tradizionale: Ha un livello basso in tutti i parametri ma non è carente di proprietà. L’età media è di 66 anni e appartiene circa il 14% della popolazione.

Lavoratori di servizi: Una classe emergente, urbana e giovane, che è relativamente povera in termini economici ma punta alto a livello sociale e culturale.

Precariato o proletariato precario: È la classe più povera e senza proprietà che punta molto basso in tutti i parametri.

Il sito dell’Università di Manchester spiega che la ricerca è stata fatta su un campione di 161.000 persone e ha tracciato la nascita di un nuovo sistema di classi. I lavori sono stati condotti da un gruppo di sociologi guidati dal professore Fiona Devine dell’Università di Manchester e il professor Mike Savage della London School of Economics.

Nella storia le classi sociali si sono definite per l’occupazione, la ricchezza e l’istruzione di ogni individuo. Ma secondo i sociologi queste categorie sono state superate e oggi si devono considerare tre dimensioni: economica, sociale e culturale.

Tra i modelli da tenere in conto ci sono le entrate (risparmi e valori di proprietà) e il capitale sociale (occupazione e costo della vita). Ma anche il “capitale culturale”, ovvero la natura e l’estensione delle attività culturali dell’individuo.



×

Iscriviti alla newsletter