Un nuovo criterio contabile, e Barack Obama spazza via le paure sulla crescita americana. Da luglio infatti l’economia degli Stati Uniti, la più grande del mondo, sarà ancora più robusta: del 3%, circa. Non per una fiammata di crescita improvvisa ma per effetto di una revisione di portata storica dei dati statistici, che tra le altre cose prevede di contabilizzare nel prodotto voci come la spesa in ricerca e sviluppo e i diritti cinematografici.
Usa + Belgio
Di colpo l’equivalente di miliardi di dollari in voci intangibili verrà incluso nella mole del Pil a stelle e strisce. Si tratterà, riporta il Financial Times, del maggiore aggiornamento delle statistiche fin dal 1999, quando nella contabilizzazione del prodotto venne aggiunto il software. Sarà come aggiungere all’economia degli Usa quella di Paese grande come il Belgio.
I primi a modernizzare i dati sul Pil
Washington sarà tra i primissimi Stati a procedere a questa modernizzazione dei dati ufficiali sul Pil e i cambiamenti avranno effetto anche su quello degli Stati Usa e sulla stabilizzazione dell’inflazione, sotto lo sguardo della Fed. Oltre al dato attuale questo comporterò una revisione a ritroso di tutte le serie storiche sul Pil a stelle e strisce risalendo fino al 1929. “Fondamentalmente stiamo riscrivendo la storia economica”, ha affermato Brent Moulton, responsabile dei conti nazionali presso il Bureau of Economic Analisys.
La spesa in R&D diventa un investimento a livello contabile
Finora, le spese per ricerca e sviluppo hanno rappresentato un costo per le imprese, così che la produzione finale degli iPad di Apple è inclusa nel Pil Usa, ma non la ricerca fatta per crearli. Dopo il cambiamento, R&D saranno contabilizzate come un investimento, facendo lievitare il Pil di oltre il 2%.
I problemi di contabilità creativa
Più delicate poi l’inclusione di alcune poste che il quotidiano britannico definisce di contabilità “creativa”. Tra queste l’aggiunta al Pil dei deficit degli schemi pensionistici: in quanto si contabilizzerà quello che le imprese si sono impegnate a erogare e non solo quello che effettivamente versano. Questo dovrebbe aggiungere mezzo punto al Pil totale. Queste varie revisioni fanno parte di un aggiornamento supplementare a quello che normalmente viene fatto sul Pil ogni 5 anni.
E a Bruxelles?
Washington non ha perso tempo ad aggiornare i criteri contabili pubblici. E la crescita, anche inferiore a quella del 3% che registreranno gli Usa, è la magia per cui l’Eurozona non riesce a trovare la pozione. In attesa di uscire dalla recessione in cui siamo sprofondati, una svolta che si continua a rimandare di semestre in semestre, a Bruxelles cosa ne penserebbero di questo incantesimo, anche se fino a mezzanotte?