Grazie all’autorizzazione dell’autore, pubblichiamo l’editoriale di Pierluigi Magnaschi sul numero odierno del quotidiano Italia Oggi del gruppo Class Editori.
Beppe Grillo, con il suo Movimento 5 Stelle, si era posto un obiettivo, da lui esplicitamente dichiarato, quello di scompaginare il panorama politico italiano e, in particolare, di disintegrare il Pd che, di tutti i partiti storici, era l’unico che era rimasto in piedi dopo la bufera di Mani Pulite.
Questo obiettivo (la demolizione dei partiti politici esistenti) era stato condiviso da coloro che lo avevano votato e che non potevano certo averlo fatto per il suo programma che è fumoso in molte parti, esplosivo in altre e incongruente in altre ancora.
Il minimo comune denominatore di coloro che hanno votato Grillo era la dinamite simbolica da mettere sotto i piedi della Casta politica esistente. Non a caso il M5Stelle ha sottratto quasi lo stesso numero di voti sia allo schieramento di centro-sinistra che a quello di centro-destra (più Lega). Questo fatto dimostra che il M5S, come del resto rivendica Grillo, non è di destra, né di sinistra ma di tutto un po’.
Il compito che Grillo si era dato è risultato molto facile coi partiti minori. Nelle ultime elezioni sono subito scomparsi l’Italia dei valori di Di Pietro, Futuro e libertà di Fini, Rivoluzione civile di Ingroia ed è rimasto fortemente ammaccato l’Udc di Casini. Il Pd è uscito molto ridimensionato nelle sue ambizioni. Ma sembrava anche in grado di guidare il Paese, sia pure con qualche difficoltà al senato.
Senonché, grazie a una serie incredibile di errori da parte di Bersani, Grillo ha saputo approfittare delle debolezze del Pd e, con delle mosse mediaticamente azzeccate, lo ha tirato giù, azzerando il vertice del partito e seminando zizzania nelle sue file. Il guaio, per il sistema politico italiano, è che il compito che si era dato Grillo (disintegrare il Pd) e che doveva avvenire nel giro di qualche anno, si è verificato subito, per cui, oggi, Grillo (che è un distruttore micidiale) rischia di essere chiamato a ricostruire (attività, questa, nella quale è poco versato). Da qui, ad esempio, l’inquietante “marcetta” su Roma da lui annunciata e poi ritirata, ma comunque pensata. Meno male che Napolitano ci ha ripensato e adesso, in difficoltà, è Grillo, con tutti i suoi limiti che stanno emergendo in modo sempre più chiaro.